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Al di là della movida della Costa, al di là delle incantevoli spiagge e del buon cibo: la Sardegna non è mai una meta banale
di Rita Pittalis
L’idea di vacanza è ormai profondamente cambiata e quasi mai può prescindere dalla scoperta del territorio e delle sue peculiarità nascoste. L’Isola, in tal senso, offre molteplici proposte mai scontate.
Vi presentiamo S’Arcu ‘E Is Forros, situato a un’altitudine di 1300 m, appena oltre quella che viene da sempre definita la porta tra Barbagia e Ogliastra – il passo del Corr’e Boi – “Valico del corno di Bue”. Un unicum tra i siti archeologici che avvolgono la “Terra di Eleonora”.
Facente parte del comune ogliastrino di Villagrande Strisaili, per raggiungerlo basterà percorrere la strada a scorrimento veloce che da Nuoro, capoluogo dell’omonima provincia, porta ad Arbatax, in Ogliastra. Il borgo è una tappa quasi obbligata per ristorarsi con i prodotti del territorio tra un tagliere del rinomato prosciutto locale e un bicchiere di buon Cannonau.
Percorsa la SS 389, al km 41.2 si arriva alla meta. Non sarà una semplice visita a un sito archeologico, ma un vero e proprio viaggio nel passato alla scoperta delle varie civiltà che in questo luogo transitarono intessendo rapporti commerciali – e non solo – con gli isolani.
Gli ingredienti ci sono tutti per farvi accompagnare in questo viaggio solleticando la vostra curiosità. Il sito di S’Arcu ‘E is Forros potrebbe essere una delle tappe del vostro viaggio in Sardegna.
Uno degli aspetti più suggestivi, grazie anche alla vantaggiosa posizione (oltre i 1000 metri di altitudine), è il panorama. Il Gennargentu si staglia maestoso a Est e, con i suoi riflessi argentei, fa da cornice alle valli sottostanti. Volgendo lo sguardo a Sud, non si può non scorgere l’inconfondibile sagoma del “Tacco” più importante e famoso d’Ogliastra: Perda Liana.
Il sito sorge tra due corsi d’acqua: Baccu Alleri e Iscra Abbatrula e non a caso il vasto territorio viene indicato con il toponimo Inter Abbas. In un’area di circa 18 ettari è presente anche un nuraghe monotorre – posto su un’altura da cui era possibile vigilare sul villaggio – e una piccola tomba dei giganti parzialmente conservata e ancora inesplorata.
Il primo insediamento si può far risalire al 1500- 1400 a.C. (età del bronzo antico) ed è grazie agli scavi portati avanti negli anni dai numerosi archeologi, sotto la tutela della Soprintendenza, che S’Arcu ‘E is Forros è oggi visitabile. Nonostante sia ancora molto il lavoro necessario per riportare la totalità del sito alla luce, in una parte del villaggio sono emerse le insule con le relative capanne. In queste ultime è ancora possibile lasciarsi affascinare dai magnifici colori utilizzati per le decorazioni murali.
Potremmo facilmente pensare di trovarci davanti al “classico” sito archeologico, ma qui arriva il bello. L’unicità di questo luogo consiste nella presenza di tre elementi: due strutture a Megaron e le fornaci per la produzione di bronzo più grandi di tutta la Sardegna.
I templi così detti a Megaron infatti riportano a un’altra grande civiltà mediterranea, quella micenea. È proprio a questa che i costruttori di nuraghi si rifanno per edificare i nuovi edifici sacri adibiti al culto delle acque. La loro creazione è quasi certamente coincidente con una grave crisi idrica e un prolungato periodo siccitoso. Si suppone che la popolazione costruì fonti e pozzi sacri votandosi quindi al culto acquifero. La tesi è sostenuta dalla copiosa presenza di materiali ritrovati all’interno dei templi, molto simili alle offerte votive e ai rituali propiziatori micenei.
Il sito di S’Arcu ‘E Is Forros offre due templi a Megaron: il primo che convoglia l’attenzione verso l’altare sacro; il secondo che, assomigliando a un nuraghe, dimostra la necessità di fusione tra vecchio e nuovo. Allo stesso modo, si ispirano ai nuraghi anche le fornaci per il bronzo che, come già detto in precedenza, sono le più grandi in Sardegna.
Anfora cananea (IX-VIII sec. a.C.) con il testo inciso in caratteri filistei e fenici. Gli studi sulla stessa, che risulta essere la testimonianza più antica della frequenza di genti del levantino nelle zone interne della Sardegna, sono ancora in corso trattandosi di una scrittura ancora indecifrata.
La loro dimensione è da mettere in relazione con il grande lavoro a cui venivano adibite, infatti S’Arcu ‘E is Forros risultava essere una sorta di “Mecca”, tappa obbligata per i nuragici. Era immenso l’afflusso di persone che si recavano per far forgiare – e successivamente donare – i bellissimi bronzetti votivi di cui sono stati peraltro trovati numerosi reperti. Vari popoli transitavano nel sito arrivando dal Levantino – odierno Afghanistan -, dalla Cornovaglia per la vendita dello stagno, dall’Egitto. Di particolare rilevanza è il ritrovamento di un amuleto in faiance di matrice egizia, un pendaglio della dea Tanit (di epoca molto più antica rispetto al periodo cartaginese dell’isola), alcune fibule di fattura etrusca, ma soprattutto anfore con iscrizioni in caratteri filistei ancora oggetto di studio.
L’attuale campagna di scavi ha anche portato alla luce un piccolo anfiteatro molto simile – secondo il responsabile, l’Archeologo Dott. Mauro Tatti – ad un altro presente nel sito de Su Romanzesu, Bitti (NU) .
Non ci resta che augurarvi buon viaggio, Bene Bennìos!
INFORMAZIONI E CONTATTI SITO ARCHEOLOGICO S’Arcu ‘E is Forros:
e-mail: archeogliastra@gmail.com
telefono: +39 3939020917
DOVE MANGIARE:
IL BOSCO – Loc. Santa Barbara,Villagrande Strisaili (NU) 0782/32505
SANTA BARBARA – Loc. Santa Barbara, Villagrande Strisaili (NU) 0782/32520
HOTEL ORLANDO – Loc. Santa Barbara, Villagrande Strisaili (NU) 0782/82823
IL NIDO DELL’AQUILA – Lungo Lago Alto Flumendosa Villagrande Strisaili (NU) 320 352 8096
SU CALAVRIGU – Loc. Seardu Villagrande Strisaili (NU) 0782/32341
DOVE DORMIRE:
B&B ARIA‘ONA – Villagrande Strisaili (NU) 0782 32852/ 339755547
SA MANGALIANA – Villagrande Strisaili (NU) 0782/32738
PIBIRINSAMBENE – Villagrande Strisaili (NU) 328 021 3638
ESCURSIONI E TREKKING:
Associazione “Erbelathoritrekking” 3336946521