Un incontro particolare
di Antonio Unida
Garante territoriale dei Diritti delle Persone private della Libertà personale
Eccomi, con il consueto appuntamento, periodo molto particolare in Struttura; stanno succedendo cose di una certa rilevanza. Il tema, di stretta attualità, è l’evasione. E, come potete immaginare, della Persona detenuta Giuseppe Mastini, sì, non la chiamerò con il suo pseudonimo, ma con il suo nome e cognome: Giuseppe Mastini.
Ha avuto un comportamento irreprensibile per tre anni, da quando è arrivato nel 2017, poi questo primo sabato di settembre ci ha giocato un brutto scherzo.
Nessuno di noi in Struttura poteva immaginarlo: è accaduto ne prendiamo, ne prendo atto.
Certo, le perplessità da parte di alcuni possono essere comprensibili e legittime.
Il punto non è quello di analizzare il caso singolo. Inutile sopratutto in queste circostanze parlare di pancia…
Ma è doveroso sottolineare che anche questo aspetto fa parte della rieducazione nell’Ordinamento Penitenziario e la legge che, ricordiamolo, si basa sulla Costituzione, vede all’interno delle Strutture Penitenziarie italiane la rieducazione e il trattamento per qualsiasi Persona detenuta. Il permesso premio, sia chiaro, è previsto per Legge.
Ora desidero invece raccontarvi un piccolo aneddoto che ho avuto con il Mastini, il primo giorno che l’ho incontrato.
Vado in visita presso la sezione dove stanno gli ergastolani, passando nel corridoio, incontro davanti alla Sua camera di pernottamento un Uomo, piccoletto, ben curato, altrettanto la Sua camera. Mi avvicino e lo saluto: – «Buon giorno Signor Mastini», mi risponde: – «Diamoci del Tu», «bene» rispondo io: «Buongiorno Giuseppe, come va?»
Allora lui, un po’ tra lo stizzito e il meravigliato mi fa ( con il suo accento marcatamente romano): – «E che non me riconosci? So Johnny, Johnny lo Zingaro!!!»
Con faccia stupita e un attimo di esitazione: «No, non lo sapevo! Piacere di conoscerti, Giuseppe» ho sottolineato io.
«Io non sono né un magistrato, un giudice, né tantomeno un avvocato. Sono un Uomo che va incontro ad un altro Uomo.»
È rimasto letteralmente spiazzato.
Questo denota il fatto, che il Mastini, “vive” perennemente impregnato nel suo alter ego. In psicologia questa ingombrante presenza, viene descritta come un D.D.I. Disturbo Dissociativo dell’Identità, più comunemente nota come doppia personalità, una seconda personalità in perenne competizione con la prima.
Questo è insito in ognuno di noi, nessuno ne è esente. Abbiamo mai letto il romanzo di R.L. Stevenson, dal titolo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde ?
Vi dice qualcosa? Sappiate che ha molto da insegnarci a tutte, tutti noi.
Parla della natura totalmente imprevedibile di un individuo; in senso psicologico, è diventata la metafora dell’ambivalenza del comportamento umano, e anche del dilemma di una mente scissa tra l’Io e le sue pulsioni irrazionali.
Dobbiamo ascoltarci, saperci ascoltare nel profondo; lo riconosco, non è facile ma andiamo oltre la pancia.
A buon intenditor!