Cagliari – Marco Mengoni per il pokerissimo del Capodanno in Sardegna


Oggi Giovanni Fancello ci parla della cucina campidanese e di quella Logudorese, un viaggio nelle prelibatezze della nostra gastronomia da nord a sud
La cucina del Campidano


Il Logudoro


Il Logudoro è ciò che resta dell’antico Giudicato di Torres, la cui capitale fu Ardara. Un territorio dove si consumarono importanti eventi storici. Nella bellissima chiesa, Nostra Signora del Regno di Ardara, si celebrò nel XIII secolo, il matrimonio tra il figlio naturale di Federico II, Re Enzo Hohenstaufen di Sardegna, e Adelasia di Torres. Con il nome Logudoro si indica ancor oggi l’area nord-occidentale della Sardegna che comprende una vasta parte della provincia di Sassari. E’ un territorio collinare, molto popolato, dall’economia ricca che include una serie di piccoli centri montani, ricchi di storia, del Turritano, della Nurra, del Mejlogu, dell’Anglona, del Montacuto, e del Goceano. L’origine del nome pare sia dovuto alla fertilità del suo territorio lo fa derivare da Locu de oro, luogo d’oro.
La sua cucina è molto varia ed elabora prodotti delle diverse attività produttive: con la pastorizia si hanno varietà di gustosi formaggi, ricotte e carni; con l’agricoltura, che per lungo tempo ha caratterizzato anche il circondario del capoluogo Sassari, note per i suoi orti, produzioni orticole, verdure e granaglie. La zona si caratterizza anche per le vaste produzioni di carciofi che alimentano i ricettari della cucina di casa. Da non trascurare l’interpretazione culinaria delle variegata pesca e caccia. In Logudoro tipici sono i numerosi dolci, che ogni zona caratterizza con interpretazioni particolari e sono: pirichitos, tericas, amaretos, biscotos, catas, montegadas, cotzulas e turtas.
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