Serie D – Latte Dolce, finalmente è Finita! Il pari a Pagani vale la salvezza

di Andrea Loi
Foto di Mariano Marcetti
Una coinvolgente iniziativa che fa rima con entusiasmo, sorrisi e socialità: sono questi gli ingredienti del calendario 2021 legato ai bambini con la sindrome di Down
“Ci piacciono le persone che per brillare non spengono nessuno”
L’incipit è del musicologo e matematico Roberto Iovino e dà il giusto climax a un progetto nato quasi per caso. Volevamo saperne di più e in una giornata uggiosa, abbiamo incontrato in redazione i promotori dell’iniziativa: Tore Sanna, presidente del “Club 500” di Florinas e Giovanna Frisciano, giovane e talentuosa stilista sassarese che con la collaborazione di Sergio Rizzu, presidente di “Strada Facendo”, storica associazione di supporto ai bambini e ragazzi con la sindrome di Down di Sassari e l’associazione “IncontroCorrente” hanno dato colore e forma all’idea. L’obiettivo era coinvolgere e mantenere il focus sulle numerose problematiche legate alla socialità di questo mondo. Le associazioni interessate, col patrocinio del comune di Florinas, hanno creato da subito una sinergia vincente e creato la necessaria alchimia.
I preziosi scatti di Mariano Marcetti hanno documentato, in modo naturale e spontaneo i bambini e i ragazzi presenti.
Gli abiti di Giovanna Frisciano, indossati dalla modella Claudia Licheri hanno invece dato quel tocco di eleganza e glamour. Florinas, paese che ospita la sede del Club 500, è stato il naturale teatro dell’iniziativa, come del resto le sempreverdi location del Golf Club Florinas e delle Tenute Soletta, tutte impreziosite dai caroselli delle storiche e colorate utilitarie Fiat.
Il calendario nasce con più intenti: la sensibilizzazione verso una realtà sfaccettata e spesso trascurata dalle istituzioni, ma anche la sfera della beneficenza; si propone infatti di promuovere una raccolta fondi per acquistare materiale funzionale a più finalità tra le quali – di stretta attualità – il sostegno alla comunità di Bitti, di recente colpita da un’alluvione.
Azioni quotidiane per il Club 500 che si conferma tra i gruppi in prima linea nel supporto delle realtà in difficoltà del territorio.
L’associazione “Strada facendo”, nata nel 1992 a Sassari, collabora strettamente con la sede nazionale del Coor Down (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) e si prefigge di essere un punto di riferimento non solo per bambini, ragazzi e adulti, ma di creare una vera e propria comunità e un gruppo che sostenga e accompagni le famiglie che affrontano una nuova normalità.
Raccontateci come nasce il progetto…
Tore: Nasce in una giornata buia, al lavoro, in cui ragionavo su una vicissitudine del passato e ho chiamato Giovanna Frisciano, con la quale avevo già abbozzato precedentemente delle idee. Ma la scintilla è scoccata due anni fa quando ho casualmente conosciuto un bambino con la sindrome di Down in un bar. In quel momento ho promesso alla sua mamma che avremmo realizzato un’iniziativa su questa realtà. Dopo aver contattato Giovanna, molto entusiasta della proposta, ho ricontattato la mamma del bambino; ho detto lei che l’idea era finalmente realizzabile e ci ha messo in contatto con le associazioni interessate.
Quanti siete in questa associazione (Club 500)?
Tore: Siamo 80 iscritti, tutti cinquecentisti doc. Non abbiamo altri tipi di auto.
É il primo anno che fate il calendario?
Tore: Ne abbiamo fatto un altro due anni fa, con i bambini autistici.
Quale messaggio volete lanciare con questo calendario?
Tore: Siamo un club di cinquecentisti ma ci siamo posti l’obiettivo di andare oltre la passione per le nostre auto, aiutando le persone. Abbiamo promosso tante iniziative di beneficenza. Non diamo denaro ma compriamo tutto quello che serve per associazioni bisognose ma anche, per esempio, agli ospedali. Come abbiamo fatto con Mattia, il bambino di Sassari con una grave patologia, al quale abbiamo pagato le visite a Barcellona attraverso una raccolta fondi, sempre a Florinas.
Vista dagli occhi dei bambini, com’è stata questa iniziativa?
Sergio: É stata una giornata di divertimento, di condivisione e di socializzazione perché per loro voleva dire “stare assieme”, e valeva per i bambini che per le famiglie. Siamo riusciti a far incontrare famiglie che per via del Coronavirus erano rimaste distanti per mesi. Tutti felicissimi e la sera erano anche abbastanza stanchi!
Tore: Quel giorno i bambini erano le star. Hanno corso tantissimo e si sono messi in posa.
Sergio: Fotografare i bambini è un’esperienza da vivere! Correvano tutti da una parte all’altra dalla felicità.
Tore: É stata una giornata fantastica, ci hanno ringraziato tutti. Siamo andati anche al campo da golf che ci ha ospitati per le foto, ed anche al bar dove uno dei ragazzi ha fatto da cameriere, trovi la foto nel calendario. Ha servito il caffè a tutti!
La sindrome di Down come viene vista oggi, nel 2020? C’è più consapevolezza nelle persone?
Tore: Decisamente! A me con quel bambino, due anni fa in quel bar, si è stretto il cuore e forse ora, dopo questo progetto, ho più consapevolezza nei nostri mezzi. Buttarmi in questo progetto è stato difficile per me perché prima rimanevo un po’ distante da certe situazioni. Conoscere quel bambino è stata la molla. Un’emozione grandissima che si è concretizzata in una giornata magnifica.
Sono convinto che i bambini con la sindrome di Down non siano bambini di serie b, ma bambini come gli altri. Anzi credo abbiano una sensibilità maggiore, giusto?
Sergio: È necessario sensibilizzare continuamente le persone. Noi ci battiamo proprio per questo, soprattutto nella scuola perché tutti devono essere trattati allo stesso modo. Alcuni avranno dei ritardi o delle difficoltà, ma hanno bisogno di essere trattati e percepiti alla pari di ogni altro bambino o ragazzo. Anzi, spesso hanno delle risorse nascoste! E poi ci sono vari livelli di complessità della sindrome. Io ho un’esperienza diretta con mia figlia. Certo gli ostacoli ci sono, ma a livello cognitivo riescono a fare tutto, anche se con tempi leggermente più lunghi degli altri. Per questo ritengo sia necessario farli rimanere il più possibile tutti al passo con la comunità. La consapevolezza è cambiata, per fortuna. Non esistono i “poverini” o i “malati”! Esiste un/a bambino/a come tutti gli altri, con la consapevolezza della sindrome di Down.
Si dice sempre che le parole sono importanti. Non esistono disabili ma solo diversamente abili, corretto?
Sergio: Esatto. Lo capisci solo se ci sei dentro o quando hai un vissuto con persone diversamente abili. Noi, per esempio, abbiamo a che fare con varie istituzioni come il Comune e la Chiesa. soprattutto in merito alla ricerca di una sede operativa per l’associazione. Vogliamo creare un servizio anche per il Comune, di sostegno alle famiglie che diversamente non saprebbero a chi rivolgersi, di fronte ad una nuova normalità. Personalmente, ho dovuto cercare informazioni autonomamente quando è nata mia figlia, sette anni fa. Ho fatto fatica. Poi, assieme ad altre famiglie, passo dopo passo, abbiamo creato un gruppo. Io, un anno fa, sono stato nominato presidente dell’associazione, siamo riusciti a coinvolgere altre famiglie e scambiarci le esperienze.
Il calendario da chi è stato promosso?
Sergio: É stato fatto dal Club 500 e la stilista Giovanna Frisciano che hanno coinvolto l’associazione Strada Facendo. Ha organizzato tutto il Club, noi abbiamo portato i bambini ed è stata una giornata di festa. É stato bellissimo! Il tutto col patrocinio del Comune di Florinas e ci hanno dato una grossa mano anche gli sponsor del paese: hanno dato un segnale importante.
Tore: Il calendario è la ciliegina sulla torta. In cinque anni di attività del Club 500 abbiamo creato tanto, non solo per tenere viva la nostra passione comune. È stata costruita una sede museo, abbiamo fatto il Babbo Natale e la Befana per i bambini, attività con i nonni, una donazione alle case di riposo. Ultimamente iniziative anche per l’emergenza covid. Gesti semplici ma significativi come la donazione di mascherine.
Dalle vostre parole si percepisce un certo séguito e supporto.
Tore: Sì, perché ci sono i progetti e l’impegno è tanto.
Sergio: Non ha senso badare alle avversità. Se si vuole ottenere un obiettivo, bisogna agire subito, essere concreti e non badare troppo alle difficoltà ambientali.
Qual è la diffusione del calendario a livello geografico?
Tore: Nazionale in realtà. È prevista la spedizione di molte copie a Verona al Team Giulia, un altro club di appassionati di Fiat 500 con cui abbiamo un vero e proprio gemellaggio. Ogni anno andiamo a Verona e portiamo i nostri doni all’ospedale, sopratutto giocattoli per i bambini. Anche il Team Giulia fa lo stesso quando viene in Sardegna: si spostano anche trenta o quaranta macchine per l’occasione!
Quante copie avete stampato del calendario e a che prezzo viene venduto?
Tore: Duemila copie. Il prezzo è di 5 euro. La collaborazione con tanti professionisti e attività commerciali è stata determinante. Ho anche proposto alle associazioni di riservare una parte dei ricavati per Bitti. Anche in questo caso saranno spese mirate come elettrodomestici a famiglie specifiche, per esempio. Non denaro ma azioni dirette, visibili e trasparenti. Sergio: Anche noi, per l’associazione Strada facendo, abbiamo l’obiettivo di aprire un laboratorio di musico terapia e non vorremmo ricevere denaro ma degli strumenti musicali, in modo da avere una base pronta per quando avremo la sede. Speriamo di trovarla presto per dare supporto non solo ai tanti bambini – abbiamo in media due nuovi iscritti al mese – ma anche ai ragazzi e agli adulti. Ci sono ragazzi di trent’anni che stanno a casa e non sanno come impiegare il loro tempo. Con l’associazione vogliamo condividere le nostre esperienze e farci conoscere nel territorio.
Sassari è una città che risponde bene a queste iniziative?
Sergio: A Sassari ci sono state delle difficoltà. L’associazione, nata nel 1992, cerca di costruire un gruppo più ampio. Ha un contatto diretto con la sede nazionale e le altre della penisola.
Ci mettiamo, come si dice in gergo, la faccia e andiamo in prima persona a sensibilizzare anche le istituzioni. Ovviamente siamo presenti sui social con la nostra pagina ma abbiamo bisogno di legami diretti e personali con altri soggetti sia pubblici che privati, non solo virtuali.
La vera sfida quindi è coinvolgere?
Tore: Sì, è verissimo. Ci battiamo tutti i giorni ma siamo certi degli obiettivi che vogliamo raggiungere e ci sosteniamo almeno tra di noi. Molti cedono perché vedono pochi risultati. Noi andiamo avanti e continuiamo con le iniziative come la raccolta sangue, per esempio. Anche per Bitti abbiamo messo a disposizione il nostro conto corrente.
Sergio: Non sempre chiediamo un aiuto economico anzi, spesso è richiesta una collaborazione o anche il semplice passaparola e la sensibilizzazione della collettività. Per esempio, sono fondamentali le scuole. Ci sono varie tipologie di aiuti che si possono dare, non solo economici.
Tore: Io ho fatto tanto e spesso in autonomia per la nostra sede a Florinas. Devo ringraziare il forte supporto della mia famiglia e di mia moglie che mi ha sempre incoraggiato. È una soddisfazione aver creato un bel legame con le associazioni con cui stiamo tuttora collaborando.
Sono sopratutto i bambini ad aver davvero colto il senso dell’iniziativa?
Sergio: Lo penso anche io! Loro sono inseriti nella comunità, interagiscono con altri bambini e sono consapevoli di non sentirsi diversi. Vogliamo creare le basi perché da grandi possano costruire una comunità per il futuro, per quando saranno adulti, senza ghettizzarli, ma dando loro gli spazi dovuti. Spesso infatti non hanno supporto e non sanno a chi rivolgersi nei momenti di difficoltà.
Come potreste definire con una sola parola il progetto?
Sergio: Fantastico! Conoscere il Club 500 e Tore è stato piacevole e sarebbe bello che ci fosse questo senso di umanità un po’ ovunque. La collaborazione continua!
Il calendario è acquistabile in vari punti:
Edicole:
Via Vardabasso – Sassari;
Via Principessa Maria – Sassari;
Agricola Mariani – Sassari;
Tabacchino Ma. Pi. – Marchetto;
Supermercati Crai – Florinas e Codrongianos.