Trenta anni fa, la Formula1 a Porto Cervo
Dopo un lungo iter preparatorio, il 17 settembre del 1993, Porto Cervo, divenne il centro del mondo, accogliendo la Formula 1
Nel 1993, per la prima volta, oltre cinquanta vetture di Formula 1 e alcune auto del Campionato Americano Indy, apparvero nel cuore della Costa Smeralda catapultando, nel luogo Vip per eccellenza, oltre settanta macchine divise in batterie a seconda del periodo storico di fabbricazione. Centocinquanta giornalisti accreditati da tutto il mondo e migliaia di persone di diverse età giunte in Gallura da ogni angolo dell’isola per godere dello spettacolo. Ad organizzare questo capitolo della storia sportiva in Sardegna fu La Sardegna Grandi Eventi, in altre parole Cesare Fiorio e Carmelo Mereu.
Cesare Fiorio, direttore sportivo Lancia e Fiat, responsabile dell’intera attività sportiva di Fiat Auto, vinse diciotto titoli mondiali. Nello specifico: dieci mondiali rally costruttori di cui sette con Lancia e tre con la FIAT ottenendo anche 5 titoli riservati ai piloti, 3 titoli marche con Lancia nel mondiale endurance. Fu direttore sportivo della Ferrari in Formula 1 inanellando 25 podi e 9 vittorie su 36 GP, di cui 3 nel 1989 e 6 nel 1990, quando con Alain Prost la Scuderia sfiorò il titolo piloti che mancava dalla stagione 1979. Nel 1992, con il motoscafo Destriero, portò a termine la più veloce traversata atlantica in cinquantotto ore, trentaquattro minuti e cinquanta secondi: record, da allora imbattuto. Cesare Fiorio racconta: “Il più coinvolto fu Bernie Ecclestone. Dopo 30 anni ricordo ancora il campione del mondo come Manuel Fangio, che correva come un matto e la sicurezza non riusciva a stargli dietro, in una delle sue ultime apparizioni. La Formula 1 aveva un’attrazione più elevata rispetto a oggi. C’era stato il Gran Premio d’Italia a Monza e Patrese è arrivato a Porto Cervo sulla Williams con la quale aveva corso a Monza e sul nostro rettilineo è andato a 300 km/h. Per me e stato un momento d’incontro con tutti i grandi della formula 1, c’era tutta la storia della formula 1. Sardegna grandi eventi ha fatto poi tanti altri grandi eventi, una squadra pazzesca che per 12 anni ha segnato il tempo a livello internazionale”.
Una gestazione lunga, complicata: “L’idea è nata durante le cene che si facevano spesso con i manager della Costa Smeralda, secondo loro, la Sardegna aveva una stagionalità troppo bassa e non si faceva nulla per allungarla – dice Carmelo Mereu – Secondo Cesare Fiorio la Formula 1 avrebbe scatenato l’interesse di tanti”.
Carmelo Mereu, esperto di Marketing, già docente universitario e convinto sostenitore delle infinite possibilità delle stagioni di spalla, racconta quei momenti: “Dovevamo affrontare diversi capitoli, dalla sicurezza all’asfalto da stendere su tutto il percorso, altrimenti si sarebbero distrutte completamente le strade, trovare una soluzione per gli spazi destinati alle auto del pubblico e le risorse economiche. – continua Carmelo Mereu – Abbiamo iniziato a lavorarci un anno prima. Le autorizzazioni e la parte burocratica, grazie alla collaborazione degli enti e delle istituzioni, trovarono soluzione e si risolse il problema degli spazi recuperando qualche centinaio di ettari di parcheggi fra Porto Cervo e Baia Sardinia da un lato, Abbiadori e Arzachena dall’altro. Grazie al sindaco di Sassari ricevemmo otto navette per spostare il pubblico gratuitamente e in sicurezza. Si parlò di 140.000 persone, con 7 voli bis Meridiana e navi a pieno carico. A fine stagione fu una grande vittoria.”
I vertici della Costa Smeralda rimasero sorpresi del risultato: era stato dimostrato che la stagione, creando le giuste condizioni, non finiva con l’estate. Per creare spettacolo anche fra una sessione e l’altra delle Formula 1, furono inserite le auto storiche. Questo è stato il primo vero evento mediaticamente rivelante in Sardegna.
Dall’Argentina arrivò Manuel Fangio, detentore di sei titoli mondiali, che guidò la sua auto messa a disposizione dal Museo Alfa Romeo. Lo stesso per Gigi Villoresi alla guida della sua Maserati mentre la Ferrari di Gilles Villeneuve fu pilotata dal suo storico rivale René Arnoux. L’evento fu presieduto da Bernie Ecclestone che seguì l’intera manifestazione. Nell’ultima batteria si sfidarono alcuni team che nella settimana precedente avevano gareggiato nel circuito di Monza: Briatore con la sua Benetton; Jean Todt e Jean Alesi su Ferrari; la Minardi con Christian Fittipaldi; il francese Olivier Panis alla guida della sua Ligier. E ancora Morbidelli, Capelli, Montermini. La Fuji Television arrivò dal Giappone con uno staff imponente per ammirare il più grande pilota di tutti i tempi guidare in Sardegna e fuori stagione.
E l’autodromo? “L’evento si è ripetuto per due anni, era un fatto strutturale, serviva per provocare il territorio, il Consorzio e altri investitori a costruire un autodromo – spiega Carmelo Mereu – ma non accadde nulla. Qualche anno più tardi apparvero gli investitori: Bernie Ecclestone mise a disposizione il progettista che sviluppò il progetto sui 300 ettari già stabiliti. Il progetto, accompagnato da una fideiussione molto importante, fu presentato da un gruppo di imprenditori e depositato presso il comune di Arzachena. C’era il progetto, c’era lo spazio, c’erano le risorse, ma la burocrazia fu molto lenta e gli investitori si allontanarono.”
La storia, dopo il secondo appuntamento del 1994, si è fermata.
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