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Sassari – L’AOU presenta un ambulatorio multispecialistico per i pazienti con tumore polmonare
Il progetto, nato nel 2021, è stato presentato alla SDA Bocconi di Milano
Un team dedicato alla presa in carico del paziente affetto da neoplasia polmonare in fase avanzata, costituito da un oncologo, uno pneumologo e un medico palliativista. I tre specialisti formano appunto il gruppo Topp (team oncologo, pneumologo, palliativista) che condivide lo stesso ambulatorio, così da garantire una presa in carico simultanea, accompagnando il paziente per tutto il percorso della malattia.
È questa la base del progetto di un ambulatorio multispecialistico dell’Aou di Sassari, dedicato al paziente con neoplasia toraco-polmonare avanzata, che è stato presentato alla SDA Bocconi di Milano, in occasione della terza edizione dell‘Oncology Management Fast Track.
Si tratta del corso di perfezionamento per giovani talenti dell‘oncologia promosso da Cipomo, il Collegio italiano dei primari oncologi ospedalieri, e dalla stessa SDA Bocconi, della durata di due anni e che si è concluso nei giorni scorsi.
In accordo con la struttura complessa di Oncologia medica, diretta dal dottor Antonio Pazzola, con l’unità operativa di Pneumologia, diretta dal professor Pietro Pirina, e con la direzione strategica aziendale, il progetto è stato presentato a Milano dal medico oncologo dell‘Aou di Sassari Carlo Putzu.
Lo specialista è risultato uno dei 25 medici da tutta Italia, l‘unico sardo, ammessi alla frequenza dell‘edizione 2020-2022 del prestigioso corso. Il progetto ha avuto anche la supervisione di attenti tutor sia della SDA Bocconi sia di Cipomo.
Il progetto sassarese ha iniziato i primi passi all’interno dell’Azienda ospedaliero universitaria nel 2021, in piena pandemia, ed è pronto a ripartire a regime non appena il reparto di Pneumologia, sede dell’ambulatorio Topp, tornerà alla sua attività ordinaria.
«Mi è stato chiesto – racconta Putzu – un progetto che portasse a un miglioramento dell’assistenza dei pazienti e che fosse davvero realizzabile. È qui che tutti i pazienti affetti da neoplasia polmonare inoperabile vengono indirizzati per una presa in carico completa».
L’ambulatorio vede tre medici che, durante la prima visita, valutano il paziente in modalità simultanea, controllano la sua documentazione, lo visitano, evidenziano così le problematiche maggiori, e comunicano la diagnosi. Sono sempre loro che propongono un programma terapeutico oncologico e un follow-up pneumologico o antalgico personalizzato.
Inoltre, nel progetto è prevista anche la figura dello psicologo che darebbe supporto al paziente proprio durante il momento critico della comunicazione della diagnosi.
L‘ambulatorio è destinato a diventare un vero e proprio supporto al percorso diagnostico terapeutico assistenziale e al gruppo multidisciplinare toraco-polmonare, attivi in Aou già dal 2013 e che ogni settimana discutono i casi di tumore polmonare.
L‘attenzione dell‘ambulatorio si concentra su quei soggetti con neoplasia inoperabile che stanno affrontando una terapia anti neoplastica attiva, con terapie che contribuiscono ad aumentare la sopravvivenza e quindi la prevalenza dei pazienti con neoplasia polmonare in fase avanzata. Pazienti che, in questa fase, sono in carico in via quasi esclusiva all‘oncologo di riferimento ma che, spesso, necessitano di valutazioni esterne all’oncologia stessa, quali consulenze pneumologiche, di terapia antalgica e/o di cure palliative.
«Negli ultimi anni abbiamo notato un incremento di questi pazienti e nel 2021 ne abbiamo preso in carico circa 140, di cui appunto circa l’80% con una forma di tumore avanzata, inoperabile – aggiunge Putzu –.
Nella nostra azienda registriamo un’elevata incidenza della patologia oncologica polmonare, con una media di età superiore ai 60 anni. Ma quello a cui tengo a sottolineare è il netto incremento della prevalenza di questi pazienti, proprio grazie ai trattamenti sempre più efficaci che ne hanno aumentano la sopravvivenza».
«L‘obiettivo condiviso con l‘Azienda è ripartire quanto prima – conclude l‘oncologo – perché la vera sfida è puntare a migliorare la qualità di vita di questi pazienti, spesso fragili e bisognosi di assistenza multi-specialistica continua».