Ritrovare il coraggio… senza Fischnaller e Scotto! La Torres al lavoro per fare il salto di qualità
Paolo Morosi, un re del calcio torresino
Paolo Morosi da Lamporecchio, provincia di Pistoia, 83 anni, è indubbiamente stato tra i giocatori più rappresentativi della storia della Torres. Con i rossoblù ha giocato dal 1964 al 1974, diverse stagioni da capitano. Morosi poteva ricoprire tutti i ruoli d’attacco: esterno, mezzala e all’occorrenza anche punta. Di statura media e di fisico possente, era dotato di tiro secco e micidiale, che univa ad una tecnica eccellente. E sapeva anche farsi rispettare, da compagni e avversari. “Allora era così – spiega -. Non c’erano le telecamere in campo e dovevi farti sentire quando ce n’era bisogno”. Un calcio certamente di altri tempi, ma decisamente affascinante. Che Morosi ha vissuto da gran protagonista. Anche nella Fiorentina. Con i viola esordì in serie A nel 1958, a soli 19 anni, contro la Sampdoria al Marassi.
“Perdemmo 3 a 1 – dice – ma fu una gioia immensa. Giocare con fuoriclasse come Montuori e Loiacono non era roba da poco”. Quindi le prime reti in serie A.“Indimenticabili, doppietta contro il Palermo – racconta Paolo Morosi – a cui fecero seguito altre soddisfazioni, come le convocazioni nella nazionale Olimpica 1960. Anche se alla fine venni sacrificato a gente del calibro di Rivera”. Seguirono altre annate molto buone, come quella (1960-61) in serie B col Palermo, battezzata da 10 reti in 31 presenze. Seguirono le casacche di Reggiana, Padova e Lucchese. “Con la Reggiana la più grande delusione da calciatore – rammenta – . Un’amarissima retrocessione all’ultima giornata. Ma la palla non voleva entrare”. Fu il grande Allasio a portarlo alla Torres.
“A Sassari mi trovai subito bene – spiega -. Con Colomban ad esempio giocammo una grande stagione, con un attacco esplosivo. Io feci 11 reti, Corucci almeno il doppio di me. Quella era una grande Torres”. Campionati meravigliosi con i rossoblù, anche in tempo per giocare insieme a due giovani rampanti: i gemelli Piga. Quindi nel 1975 l’addio al calcio giocato, a Thiesi in serie D. Dice di lui Francesco Pinna, il bomber per eccellenza dei neroverdi di quei tempi.“Un gran giocatore Paolo Morosi, un vero signore. In campo e fuori. Aveva personalità da vendere ed infatti proprio con noi cominciò la sua carriera di allenatore”.
Che proseguì con le giovanili della Torres. Fu Paolo Morosi a scoprire i vari Palmisano, Coghene e Pinna. Quindi l’esperienza esaltante in Promozione con il Porto Torres. Con lo sfortunato spareggio (maggio 1978) perso alla monetina contro il Carbonia al Quadrivio di Nuoro. Poi ancora giovanili Torres, Ardara, Olimpia e tante altre. Una carriera da allenatore che ha dato a Morosi meno di quel meritasse. Perché Paolo è un intenditore di calcio come pochi. Che al pallone gli ha sempre dato del tu. Da una vita. Da quando, appena quattordicenne, esordì in Prima categoria nella sua Toscana. Che non ha mai dimenticato.