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“La Colonia di Funtanazza sta crollando, salvate almeno la Calata Bianca”
Dopo il geologo Aldo Pusceddu, per la salvaguardia del sito geologico è intervenuto anche Gian Paolo Madau, ex tecnico del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sarda
Di Paolo Salvatore Orrù
“È tempo di agire, le amministrazioni pubbliche devono tutelare Calata Bianca”, aveva detto il geologo Aldo Pusceddu in una intervista rilasciata a City@City. Va subito sottolineato che il sito geologico si trova nell’area di Funtanazza, un luogo sacro per molti abitanti del Sud-Ovest dell’Isola. Perché è stato il luogo delle meraviglie per i figli dei minatori che durante l’estate frequentavano la Colonia Marina Sartori, un gioiello dell’architettura moderna che con il passare degli anni è diventata (purtroppo) l’emblema dell’insipienza e dell’incapacità dei nostri amministratori di dare un volto culturale e turistico ad una zona che merita molto di più.
Tra i commenti facebook che avevano fatto da cornice al colloquio di Pusceddu con City@City ha destato un certo interesse quello di Gian Paolo Madau, ex tecnico del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione. Rispondendo al lettore Giorgio Frau, che si era detto preoccupato per le troppe dritte date ai “cacciatori di fossili”, Madau aveva replicato sostenendo che è giusto “dare informazioni su un sito di importanza geologica come quello di Calata Bianca e divulgarle, anche perché questo sito è unico nella costa Sud-Occidentale”.
“La storia e la cultura – ha proseguito Madau – non vanno conservate in una campana di vetro e precluse ai visitatori, ma devono essere tutelate, conservate e rese fruibili all’umanità. Piuttosto serve uno strumento di tutela che al momento non esiste, ben vengano i provvedimenti messi in atto dai comuni lungimiranti di Goni e Genoni, perché solo in questo modo si può garantire la conservazione del bene“. Ovviamente, il compito più importante compete alle amministrazioni pubbliche. “Al momento la Regione Sarda ha uno strumento di tutela, applicato dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, ma è parziale, perché tutela solo il fossile e tutte le conchiglie, ma non l’intera area“, ma sostenuto ancora Madau.
“È pur vero – ha anche scritto l’ex forestale – che l’area è gravata da un vincolo, ma è paesaggistico e per applicare i relativi strumenti di tutela e sanzionatori, che sono strettamente penali, occorre che vi sia un vero stravolgimento del paesaggio, mentre non interverrebbe per la tutela assoluta di quel sito. A questo punto credo che debba farsi avanti il Comune di Arbus per proporre alla Regione un vincolo specifico per la tutela di questo importantissimo sito di 23 milioni di anni fa“. Madau si è comunque detto “fiducioso”. “Il Comune di Arbus è sensibile alle tematiche ambientali e lungimirante quanto Goni e Genoni, sono certo che si muoverà a dovere per salvaguardare questo patrimonio storico e geologico che appartiene al non solo a Arbus, ma anche all’intera umanità”, ha concluso il tecnico .
infine, una piccola nota su Funtanazza. La spiaggia è dominata dall’imponente struttura, composta da più edifici e piscine, della colonia marina abbandonata. Costruita negli anni ’50 dalla società mineraria, e inaugurata nel 1956, la colonia marina “Francesco Sartori” aveva lo scopo di ospitare i figli di chi lavorava delle miniere di Ingurtosu e Montevecchio. Ora sembra un’area terremotata, dove un tempo migliaia di bambini passavano le vacanze, “oggi si respira un’atmosfera da set di film horror”, si legge su sardegnaabbandonata.it.