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Il Solstizio e le architetture sarde tra alba e tramonto
Solstizio, termine che deriva dal latino, ha origine da solstitíum, parola composta da: Sol che significa sole e Stat che significa stare, fermarsi
Quindi solstizio si può tradurre come il “Sole che si ferma” e partendo dal giorno successivo il sole che “acquista forza”. Tutti sappiamo che il solstizio d’inverno è il giorno più corto dell’anno; dal punto di vista astronomico inizia l’inverno, ma anche se nel giorno esatto del solstizio, la durata delle ore diurne è minima e quella delle ore notturne è massima, sarà dal giorno seguente che le giornate inizieranno man mano ad allungarsi. Non a caso questo giorno in molte culture simboleggia la rinascita, il miracolo della vita e del suo eterno ciclo di morte e risorgimento che si ripete ogni anno. Da sempre in molte civiltà antiche questo è stato un momento da celebrare e festeggiare.
In che modo gli antichi sardi celebravano questo giorno dell’anno?
È risaputo che la Sardegna è una terra disseminata da siti, monumenti, costruzioni antichissime, misteriose e assolutamente affascinanti, che hanno ancora tanto da raccontarci. È probabile che questi monumenti siano stati concepiti per celebrare il Solstizio d’Inverno. La Sardegna non è, ovviamente, un caso unico al mondo in tal senso; ci sono molti complessi archeologici antichi legati a momenti di particolare importanza astronomica che assumono rilevanza simbolica e religiosa, basti pensare al complesso di Stonehenge, per il solstizio d’estate, o alle piramidi egizie.
Si può notare che in molti nuraghi, ci sono aperture, piccole finestre, porte, scorci tra i massi di costruzione, in modo tale da poter osservare il fenomeno del Solstizio nei suoi due momenti culminanti, alba e tramonto e, in queste circostanze, permetterci di assistere a fenomeni luminosi unici, pur mantenendo un’aura di mistero, questi eventi sono evidentemente voluti dagli antichi costruttori dei complessi.
Ma nel caso dei nuraghi, sembra che il fenomeno della penetrazione del sole all’interno della camera principale e la creazione di sagome di luce direttamente riconducibili al sacro, siano esempi definitivi e chiari della celebrazione del solstizio d’inverno. Possiamo discutere del Nuraghe Losa di Abbasata, uno dei nuraghi dove più chiaramente si può notare che questa costruzione è stata concepita e progettata tenendo conto dei movimenti degli astri e della luce. Nello specifico, i nuraghi possono essere stati ideati per poter osservare i momenti più importanti in relazione al ciclo dei diverse stelle, e nel caso del Sole, parliamo dei solstizi d’inverno e d’estate.
Oltre i nuraghi ci possono trovare molti altri monumenti e elementi architettori che sembrano avere una funzione astronomica, costruiti per orientarsi attraverso le stagioni, la luce del sole e i vari astri. Monumenti dedicati a attimi importanti di giorni particolari, avendo come rilevanza l’alba e il tramonto. Una particolare struttura architettonica che si può trovare sempre in Sardegna vicino a Sorgono è il monumento, spesso chiamato la “Stonehenge sarda“, di Biru ‘e Concas che letteralmente significa “Sentiero delle teste”, dove si possono osservare una serie di menhir messi in fila o in cerchio.