Il Sassarese “caso unico ed eccezionale nel panorama della linguistica italiana”
Concluso a Sassari il primo dibattito sulla proposta di standard ortografico del turritano
Era il 1948 quando, a forza di quartine sul quotidiano locale, quattro amici poeti si scambiavano accese opinioni in merito a quella che avrebbe dovuto essere la grafia del Sassarese. Erano personaggi del calibro di Salvator Ruiu, Gildo Motroni, Battista Ardau Cannas e Salvatore Diego Sassu.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, ma chi legge ancora i vari autori in sassarese si rende conto che nella scrittura sono presenti differenze anche molto accentuate.
Arriva ora la proposta di una normativa ortografica standard, la cui bozza è stata presentata il 19 luglio nella sala conferenze dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sassari, per informare i cittadini sugli sviluppi dell’iniziativa e valutare suggerimenti e proposte.
Il saluto introduttivo dell’assessora Laura Useri ha lasciato spazio all’illustrazione del progetto da parte dei relatori Maurizio Virdis, filologo e linguista dell’Università di Cagliari, Mario Marras, poeta ed esperto di lingua sassarese e Riccardo Mura, fonetista ed esperto di gallurese, vernacolo che unitamente al turritano costituisce nel nord Sardegna l’area sardo-corsa.
A moderare l’incontro è stato invece il direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni, Michele Pinna, che assieme alla presidente Maria Doloretta Lai ha coordinato gli esperti nella fase operativa.
L’Is.Be è infatti titolare del progetto messo a bando dal Comune di Sassari nell’ambito dell’avviso pubblico sull’assegnazione dei “Fondi per promuovere la standardizzazione ortografica del sassarese, del tabarchino e del gallurese” (Legge 22 del 2018), grazie al contributo erogato dalla Regione Autonoma della Sardegna.
Stando a quanto è emerso nel corso dell’incontro, non sono state poche le difficoltà incontrate dal team nel dare definizione ortografica alla complessità fonetica di questo idioma, definito un unicum nel panorama non solo sardo ma anche italiano:
«Una perla linguistica che nasce da un crogiuolo nel quale trovano sinergia un lessico costituito per l’80-90 per cento di parole sarde, con un sistema fonetico e morfologico diverso anche da quello italiano e toscano, perché il turritano ha una storia medievale molto particolare, non ancora del tutto chiarita. Quindi uno standard è una conquista non solo per Sassari ma per tutta la Sardegna almeno».
Il lavoro è partito dalla lettura dei numerosi testi rintracciabili scritti in sassarese. Testi di poesia, di teatro, di grammatica, di prosa, articoli e altro ancora.
È stata quindi predisposta una sorta di scansione, autore per autore, soffermandosi soprattutto sulle scelte relative ai nodi importanti che hanno sempre generato discussioni.
Sono state quindi indagate le proposte e le soluzioni già utilizzate da autorevoli studiosi, linguisti e vocabolaristi quali Gian Paolo Bazzoni, Giosuè Muzzo, Leonardo Sole e Antonio Sanna. Ne è scaturita una panoramica molto ampia sugli usi messi in atto dai diversi critici, e da qui si è cercato di elaborare una proposta di standard.
Nel corso della presentazione è emerso un intenso dibattito con il pubblico, costituito in buona misura da poeti, scrittori, cantanti folk e operatori del sassarese, che hanno espresso pareri personali e proposte.
Altri incontri sono previsti mercoledì 20 luglio, alle 10.30, nella sala del Palazzo Baronale di Sorso; sempre il 20 luglio, alle 18.30, nella sala Filippo Canu di Porto Torres; e giovedì 21 luglio, alle 10.30, nella sala consiliare di Stintino.
In attesa di accogliere e definire suggerimenti e feedback, un ulteriore incontro è previsto a Sassari per il mese di settembre.