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Dinamo, una stagione da ricordare
di Gibi Puggioni
articolo tratto da “Il Messaggero sardo”
Il quintetto di Sassari protagonista di una straordinaria stagione conclusa con la finale per lo scudetto persa solo a gara 7 contro la favorita Venezia – Conquistata la Europe Cup – Un record di 22 vittorie consecutive
Le discese ardite, e le risalite, su nel cielo aperto…”.
Lucio Battisti ci perdonerà ma cercavamo parole significative per descrivere lo straordinario campionato della Dinamo Banco di Sardegna. Qualcosa di non scontato nel fiume di parole che hanno descritto la vittoria dello Scudetto da parte della Reyer Venezia al termine della settima gara disputata in finale con la Dinamo. Il tricolore, che la squadra sassarese ha conquistato nel 2015, non era certo l’obiettivo della stagione. Lo è diventato negli ultimi mesi dopo che la Dinamo, guidata da Enzo Esposito, si era trovata sull’orlo del baratro, a un passo dall’esclusione dai play off. La svolta in febbraio quando già aveva perso per l’intera stagione il suo giocatore più talentuoso, Scott Bamforth, in seguito alla rottura del legamento crociato anteriore.
Fino all’infortunio il giocatore girava a 19 punti di media con il 44% da tre e quasi il 90% ai liberi. Perdita gravissima. Dopo l’ennesima sconfitta, e alla vigilia della partenza per la Final eight di Coppa Italia, Esposito ha un crollo. Capisce di non avere più il controllo della squadra, non regge la tensione psicologica, bussa alla porta del presidente Sardara e gli annuncia l’intendimento di lasciare immediatamente la Dinamo. Sardara accetta le sue dimissioni e chiama Gianmarco Pozzecco, coach che stima molto, momentaneamente senza incarico. Vive a Formentera con la compagna e tanti amici. Accoglie la telefonata di Sardara con una sola parola: “Arrivo”. Salta sul primo aereo per l’Italia, firma il contratto con la Dinamo e comincia a lavorare con la squadra più sul piano psicologico che tecnico. Trova giocatori scontenti, demotivati, stanchi di essere rimbrottati duramente da Esposito dopo ogni errore, davanti al pubblico. Pozzecco parla da ex giocatore e dimostra insospettate qualità di mental coach. Lo si capisce da come trasforma immediatamente la Dinamo. A Firenze si disputano i quarti di finale di Coppa Italia.
Guarda caso l’avversaria è Venezia contro cui Pozzecco fa il primo miracolo. La squadra, sotto di 20 punti al 25° di gioco, comincia una risalita fantastica che la porta ad annullare lo svantaggio e a conquistare la vittoria con un gancio di Cooley: 89-88 è il risultato finale con ben cinque giocatori in doppia cifra. C’è però una gara in particolare che segna l’inizio del percorso che porterà la Dinamo a stabilire il più lungo record di imbattibilità del campionato. È quella che si disputa a Pistoia e che il Banco di Sardegna vince per 90 a 82 dopo un over-time. Da quel momento arriveranno complessivamente 22 vittorie consecutive tra campionato e Europe Cup.
Il 1° maggio la Dinamo conquista la Coppa europea battendo i tedeschi del Wurzburg in casa e in Germania. È il quinto trofeo conquistato dalla Dinamo con Sardara alla presidenza, ma il primo europeo dopo l’era di Meo Sacchetti. Qualcuno cerca di svilire il successo, parlando di “coppetta”. In realtà è una vittoria importante che garantirà alla Dinamo di restare nel giro europeo anche nella prossima stagione. Il 18 maggio cominciano i play off scudetto. Prima avversaria Brindisi che i sassaresi liquidano con un secco 3-0. Ma il capolavoro la squadra di Pozzecco lo farà nelle semifinali battendo la favorita Armani Milano per 3-0 con prestazioni monstre di Polonara e Smith (29 punti), Gentile (26) e Thomas (27). Eliminata la squadra di Pianigiani, la Dinamo va in finale. Avversaria è la Reyer Venezia (scudettata nel 2017, due anni dopo Sassari). Nessuno gioisce perché la squadra veneta è ritenuta una delle più forti del campionato e delle più attrezzate in difesa e in attacco con un roster lungo che consente a coach De Raffaele di cambiare spesso i giocatori per farli rifiatare. Il giocatore di maggior talento è l’americano Daye, tiratore infallibile, così come Bramos e Haynes. Al termine delle prime sei gare le due squadre sono in parità, tre vittorie a testa.
L’inqualificabile palazzetto di Mestre, una fornace indegna della serie A, ospita la gara decisiva. Venezia, che molti consideravano ormai cotta, gioca alla grande, bombardando il canestro della Dinamo e saltando i difensori con facilità irrisoria. Il divario fra le due squadre cresce presto a vantaggio di Venezia. I sassaresi sbagliano tutto, soprattutto i tiri liberi, e sprecano l’occasione di accorciare le distanze e restare in partita.
Nel secondo tempo, che fino a quel momento aveva sempre coinciso con il cambio di marcia della Dinamo con relativa rimonta, è una delusione. I sassaresi perdono serenità, giocano individualmente tentando soluzioni estemporanee. Tutto inutile, è finita. Venezia ha vinto nettamente e meritatamente. Per Sassari la stagione resta un trionfo: 22 vittorie consecutive, la conquista dell’Europa Cup, le sette gare di finale con Venezia di cui 3 vinte. Il popolo biancoblù, straordinario ancora una volta, ha festeggiato egualmente e ha accolto la squadra con grande affetto. La serata in piazza d’Italia ha somigliato molto a quella dedicata nel 2015 alla squadra che ha conquistato lo scudetto con coach Meo Sacchetti. Una folla enorme a gridare “Forza Dinamo” e a rendere omaggio a una squadra che è stata un esempio di professionalità, attaccamento alla maglia, alla città e sempre più anche alla Sardegna intera che attraverso i maxischermi l’ha seguita e ha sperato fino all’ultimo nella conquista del secondo scudetto della storia Il futuro. Pozzecco sarà il coach fino al 2021. Sul toto giocatori è ancora presto.
Pierre e Thomas non li cederebbe nessuno ma difficilmente perderanno l’occasione di spuntare contratti elevati con società di prestigio. Discorso analogo per Cooley, il miglior rimbalzista dei playoff, presto sposo con un’insegnante che lavora negli Usa. E questo può essere un problema nella scelta del giocatore che pure è molto legato alla Sardegna. È stato sulla spiaggia de La Pelosa che Cooley ha chiesto alla compagna di sposarla offrendole in ginocchio l’anello di fidanzamento. Influiranno sul gigante buono le bellezze della nostra isola? Bamforth invece è pronto a riprendere il suo posto in squadra salvo ripensamenti del giocatore o di Pozzecco che certamente segnalerà alla società qualche giocatore di sua fiducia. Il sassarese Spissu è a casa sua e ha già rinnovato il contratto per altri due anni. Il Banco di Sardegna ha confermato la sponsorizzazione della Dinamo fino al 2022. In ogni caso una parte della prossima stagione della squadra è già decisa. Parteciperà per la decima volta al campionato di serie A, disputerà la Supercoppa Italiana 2019 in programma il 21 e 22 settembre a Bari, premio dovuto a chi ha disputato la finale scudetto. Visto il piazzamento, la società biancoblù ha potuto scegliere per il prossimo anno di disputare la Fiba Champions League.
Ricordiamo che la partecipazione ad una coppa europea di buon livello garantisce maggiore appetibilità alla squadra sassarese. Ai tifosi il presidente Sardara ha inviato un messaggio: «C’è un po’ di dispiacere, ma è normale. Ai ragazzi ho detto che siamo orgogliosi di quanto hanno fatto in questa stagione in cui siamo andati vicini all’impresa. Abbiamo dimostrato che lo Scudetto vinto quattro anni fa non è stato casuale, quando si lavora bene e con razionalità i risultati arrivano. Siamo orgogliosi di quanto fatto: ora ci riposiamo due giorni, poi ripartiamo. Ci riproviamo l’anno prossimo». Gianmarco Pozzesco ha affidato alla stampa una dichiarazione come sempre affettuosa nei confronti dei suoi giocatori: «Torniamo a casa contenti lo stesso. Sapevamo che Gara 7 sarebbe stata dura. Hanno vinto loro, meritatamente, inutile cercare scusanti. Ma una cosa la ripeterò sempre: ai miei ragazzi devo dire solo grazie, grazie e ancora grazie».