Caterina di Sardegna
Foto: Alida Vanni
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L’amore incondizionato per la sua isola, Parigi, l’impegno nel sociale in Africa, il teatro e il cinema
Ha detto subito di sƬ.
Ā«Buongiorno! Con grande piacere, grazie !!! Vi lascio la mia mailĀ»
Ć iniziata cosƬ la piacevole chiacchierata con Caterina. Ć vero, āgiochiamo in casaā: lei ha sempre avuto un occhio di riguardo per la sua Sardegna. E questa ĆØ una certificazione della “statura” della persona prima ancora che del personaggio. Il lato umano che completa un delizioso ritratto dimostrando che si puĆ² coniugare la forma alla sostanza.
Lāeclettica attrice sarda o, se preferite, la Bond Girl, capace di spaziare dal teatro alla fiction televisiva, dalla commedia al film impegnato, si racconta al nostro magazine tra i mille impegni che scandiscono la sua fortunata carriera. Una informale chiacchierata come accade tra amici, dove Solange ripercorre gli anni scanditi da grandi sacrifici e di studio āmatto e disperatissimoā che decretano un curriculum costellato da una lunga serie di successi e riconoscimenti. La dimostrazione che non si arriva in alto per caso. E ancora, la Francia che lāha adottata e l’amore viscerale per l’Africa cosƬ vicina ma per molti ancora troppo lontana.
Partiamo subito dallāattualitĆ . Come ĆØ iniziato il 2018 e quali sono i tuoi impegni correnti?
Teatro, tanto teatro. A marzo e ad aprile sono stata a Roma e nel Nord Italia in una piece sullāuxoricidio dai temi forti dal titolo Lāidea di ucciderti, che racconta di un grande amore finito in tragedia e che prende spunto da una serie di casi reali che il regista ha unito, per mettere insieme una storia attuale che tocca molti, forse tutti. Elaida ĆØ āuna donna senza scrupoli – dice la Murino sul suo personaggio – che utilizza gli uomini per i suoi interessi, andando al di lĆ dellāamore, e interpreto anche il Pubblico Ministero che invece rappresenta lāamore vero, e riconoscerĆ nellāuomo accusato di aver ucciso la compagna, il vero amore. Amo tantissimo il teatro ma nel prossimo futuro ci sarĆ ancora il cinema.
Caterina Murino āMamuthone ad honoremā nel 2016. Un onore, certo ma anche un onere. Ć una responsabilitĆ in piĆ¹ per difendere e tenere vivi i valori della nostra Terra allāestero?
Non la definirei una responsabilitĆ , anche se capisco ciĆ² che vuoi dire. Questo ha consolidato ulteriolmente il legame con la mia terra.
Il riconoscimento, richiama radici profonde ed ĆØ sinonimo di unāidentitĆ indelebile. Rafforza una provenienza, che non ĆØ
un semplice dato anagrafico. Ć una cosa di cui vado molto orgogliosa.
E lāanno dopo sei stata insignita a Sassari del CandeliereĀ dāOro Speciale…
Ć stata unāenorme sorpresa. Esperienza che ho condiviso con la mia famiglia. Ho conosciuto finalmente la magia e la storia dei Candelieri āvivendoā la loro preparazione. Meravigliosa la cerimonia. Ringrazio fortemente il sindaco Nicola Sanna per aver pensato a me. Spero di meritarmi questo premio nel tempo…
Sei particolarmente impegnata molto nel sociale e dal 2006 ambasciatrice Amref. Le foto della tua Page officielle raccontano un mondo molto diverso da quello che siamo abituati a vivere…
Ć una cosa a cui tengo moltissimo. Sono stata io a bussare alla porta di Amref Francia. Una volta mi ĆØ stato detto: āSai Caterina qual ĆØ la differenza tra me e te?
Che io sono nato in Africa, tu in Italiaā. Io credo che tante cose come il progresso, e i beni materiali che abbiamo, forse, ce li siamo meritati. Ma, dove siamo nati, no.
Quella ĆØ solo fortuna. Potevamo nascere ovunque e invece siamo nati qui. Dobbiamo ricordarcelo.
Ad Enrico IV, fu attribuita la famosa frase ormai entrata nel gergo comune āParigi val bene una messaā pronunciata prima che venisse incoronato sul trono di Francia. Anche per te lasciare la Sardegna per diventare una regina del cinema, ha richiesto dei sacrifici?
Bisogna lottare e a volte fare delle rinunce per realizzare i propri sogni. Io ho dovuto lasciare la mia Sardegna e andare a vivere in un nuovo contesto, completamente diverso.
Qualche volta per le mie scelte non sono stata capita e ho dovuto perfino āfronteggiareā una persona sul social network che mi biasimava per aver abbandonato la mia Terra.
La notorietĆ , lo sappiamo tutti, arriva nel 2006 con il film āCasino Royaleā della Serie 007. Dal Poetto a Bond Girl a stretto contatto con professionisti del calibro di Daniel Craig. Fu decisamente un bel salto…
SarĆ² sempre molto riconoscente a Barbara Broccoli e Martin Campbell per avermi scelta tra tantissime candidate. Ti lascio immaginare, la sorpresa, lāemozione quando mi ĆØ stato comunicato che il ruolo sarebbe stato mio.
Da quel momento in poi lāescalation ĆØ stata repentina: tante interviste e copertine tra cui quella prestigiosa e glamour di āPlayboyā nel 2008.
Vorrei anche ricordare la copertina della rivista LIFE, che mi ĆØ stata data nel 2006! Solo due italiane prima di me lāhanno avuta: Sofia Loren e Claudia Cardinale-
In anni recenti, sei stata protagonista del video dei Tazenda āAmore Nouā. Il poeta Boccaccio disse: āAmor puĆ² troppo piĆ¹ che nĆ© voi nĆ© io possiamo.ā Dammi una tua definizione di amore.
Ti rispondo con una citazione di Oscar Wilde: āil mistero dellāamore ĆØ piĆ¹ grande del mistero della morteā.
Nelle tue interviste la Sardegna ricorre spesso. Si parla sempre delle sue bellezze, del cibo, del clima. Che cosa invece ārimproveriā ai sardi che spesso si sono complicati la vitaā¦ da soli?
Dico… lāinvidia! Un male atavico e devo riconoscere che ancora ci limita molto. Noi sardi dobbiamo capire che solo unendo le forze possiamo farcela. Eleonora dāArborea col suo cavallo andĆ² a sensibilizzare lāanimo dei sardi, portando un messaggio di unione e armonia.
Il nostro magazine ha intervistato sardi famosi allāestero e molto noti anche in Francia. Parliamo del tenore Francesco Demuro e il musicista Paolo Fresu. Ti ĆØ capitato di conoscerli?
Francesco Demuro lāho conosciuto nel 2016 mentre recitava a Parigi āIl Rigolettoā. Ho visto per caso il suo nome in cartellone e mi son detta: āQuesto ĆØ sardoā. Ć stato piacevole conoscerlo. Paolo Fresu lāho incontrato molte volte e abbiamo costruito un bel rapporto negli anni.
Loro, come te e tanti altri, sono la Sardegna che ce lāha fatta fuori dallāIsola. Significa saper osare e cogliere le opportunitĆ ?
Oppure ĆØ anche la nostra decantata determinazione che fa davvero la differenza allāestero?
Determinazione. Io lo chiamo āIl nuraghe che ho in testaā. E noi sardi dovremmo un poā smetterla con le piccole rivalitĆ che non ci fanno tanto bene. Abbiamo tanti pregi.
Quando vado in giro per lāItalia i miei colleghi si complimentano con noi per il nostro modo di essere, la qualitĆ del lingua parlata e il fatto che abbiamo preservato valori umani ormai dimenticati altrove.
Parliamo di cinema. Ć sempre stato considerato un mondo a parte. Ć importante rimanere se stessi in un contesto cosƬ difficile e competitivo?
Tante prime donne, uomini compresi! A volte ĆØ una consuetudine insopportabile. Ritengo invece che lāumiltĆ sia uno stato dāanimo che bisogna imparare a coltivare. Spesso sono presi solo da se stessi e dimenticano di nutrire la loro anima.
Di recente hai inaugurato la tua linea di gioielliā¦
La mia collezione, Mirto, lavorata con la filigrana sarda e la collezione Fili di Vento a favore di āStand up for African Mothersā, di cui, come ho detto, sono ambassador da oltre dieci anni. Gioielli preziosi fatti a mano che raccontano le nostre leggende, la nostra storia. Collaboro con tre orafi sardi di Barisardo, Dorgali e Alghero. Le linee sono totalmente ispirate alla nostra isola. Il corallo ĆØ una delle materie prime che le caratterizza, come anche lāoro. Ho avuto invece modo, con grande stupore e dispiacere, di appurare che pochissimi nel mondo conoscono la nostra filigrana sarda.
Il personaggio di un film che hai interpretato e che rispecchia maggiormente la tua personalitĆ ?
Su TimVision ho interpretato in una short series dal titolo Deep, la skipper Sofia, sorella gemella di un campione mondiale dāimmersione che diventa subacquea per capire i motivi della morte del fratello.
Ć stata unāesperienza nuova perchĆ© la serie ĆØ visibile tramite unāapplicazione dedicata per smartphone.
Penso sia stato il ruolo piĆ¹ particolare, difficile ed appassionante in cui abbia mai recitato. In un mese i miei coach mi hanno insegnato a diventare una campionessa di apnea. Ho imparato a nuotare. Da sarda sembrerebbe paradossale…
Cosa significa essere donna in Italia e donna in Francia? Ci sono differenze sostanziali, oppureā¦ tutto il mondo ĆØ paese?
Vivo con le regole francesi, ovviamente.
Dentro la mia casa parigina vige invece una regola piĆ¹ āitalianaā anche nella… cucina. Quando avevo ventāanni, ho vissuto a Beirut in Libano e nella mia ingenuitĆ giovanile pensavo di dover imporre le mie regole. Sbagliavo. Ho capito, sono cambiata e mi sono adattata.
Dāaltronde Paese che vai, usanze che trovi.
Ti abbiamo vista in Chi salverĆ le rose?, girato in Sardegna. Che ricordi hai di quella esperienza?
Esperienza particolare col regista Cesare Furesi. Un film che porterĆ² sempre nel cuore e che mi sono divertita a girare negli stupendi scenari di Alghero.
Uno dei tuoi primi film ĆØ āIl bandito corsoā del 2004, con Jean Reno. Che differenze ci sono tra due popoli cosƬ vicini geograficamente come i corsi e i sardi?
Con i corsi abbiamo tanti punti in comune. Ma noi siamo piĆ¹ aperti e socievoli, loro un poā piĆ¹ āspigolosiā.
Donc Caterina, tu es Sarde ou FranƧaise?
Mon cÅur est toujours Sarde avec un ruban du drapeau franƧais autour!