Cagliari – Marco Mengoni per il pokerissimo del Capodanno in Sardegna


Influenza: dopo due anni di pandemia, rischio concreto che il virus circoli più forte di prima. Il monito degli esperti: “Fondamentale vaccinarsi fin da subito, soprattutto in presenza di cronicità come il diabete”
Al via in questi giorni la campagna antinfluenzale in Sardegna. L’obiettivo è quello di migliorare le coperture vaccinali raggiunte durante la passata stagione autunnale sulle popolazioni a rischio di gravi complicanze, tra cui in particolar modo le persone dai 65 anni di età.
In questa popolazione la copertura registrata in Sardegna durante la scorsa stagione è stata appena sopra il 41%, con un allarmante calo di quasi 20 punti percentuali rispetto al 2020e ben al di sotto della media nazionale del 58%, complice, tra gli altri, una percezione sottostimata della gravità della malattia e la bassa circolazione dei virus influenzali, legata alle misure di contenimento del COVID.
Da diverse settimane gli esperti stanno mettendo in guardia rispetto al fatto che in questa stagione potrà verificarsi una “tempesta perfetta”. L’allentamento delle misure emergenziali, infatti, porterà a una maggiore circolazione dell’influenza che ci troverà impreparati, con un’insufficiente memoria immunitaria nei confronti dei virus influenzali.
È quanto è successo nell’emisfero australe, dove, negli anni pandemici, è stata bassa l’adesione alle campagne d’immunizzazione e non si è registrata circolazione, pertanto il sistema immunitario non ha ricevuto stimoli né attraverso l’infezione né attraverso il vaccino.
In questo contesto l’influenza può tornare a causare i numerosi ricoveri ospedalieri e decessi che causava prima della pandemia.
E sono gli anziani che, con maggior probabilità, rischiano di subire il più alto impatto clinico della malattia, in termini ad esempio di polmoniti, eventi acuti di natura cardio-cerebrovascolare come infarto o ictus, un aggravamento di eventuali patologie croniche preesistenti, oltre a possibili esiti fatali.
Prevenire la malattia per gli anziani è quindi fondamentale, ma andrebbe fatto nel modo più appropriato. È infatti ampiamento dimostrato dalla letteratura che, con l’aumentare dell’età, la risposta immunitaria è più debole allo stimolo vaccinale e quindi un vaccino antinfluenzale “classico” potrebbe non offrire una protezione adeguata.
Esistono però soluzioni vaccinali specificatamente indicate per questa popolazione, come il vaccino contenente un maggiore dosaggio di antigene. Questo vaccino è stato appositamente studiato per garantire una protezione superiore rispetto al vaccino a dosaggio tradizionale, nel rispetto dei medesimi standard di sicurezza e tollerabilità.
È un vaccino in commercio da più di dieci anni, che ha dimostrato ampiamente la sua efficacia nel prevenire l’influenza e le sue complicanze, riducendo i ricoveri per polmoniti del 27% in più di quanto riesca a fare il vaccino standard e i ricoveri per cause cardio-respiratorie del 18% in più.
Paolo Giuseppino Castiglia
Professore ordinario di Igiene, Università degli Studi di Sassari
“Il vaccino antinfluenzale incarna la migliore strategia preventiva per ridurre l’impatto epidemiologico, clinico ed economico dell’influenza. Tra le strategie applicabili, la più efficace è indiscutibilmente la protezione dei gruppi di popolazione maggiormente a rischio, in particolare quella anziana. Ma nonostante le ampie dimostrazioni di sicurezza ed efficacia del vaccino antinfluenzale, le coperture non raggiungono i valori minimi consigliati. Occorre invertire la rotta, in Sardegna abbiamo registrato un calo preoccupante della copertura vaccinale lo scorso anno, non possiamo permettercelo di nuovo.”
Gabriele Mereu
Responsabile vaccino profilassi ASL Cagliari
“Come lo scorso anno abbiamo acquistato due tipi di vaccini da destinare agli anziani più fragili, in quanto specificatamente indicati per loro, quello adiuvato e quello ad alto dosaggio. Quest’ultimo in particolare da quest’anno verrà messo a disposizione non solo dei centri in cui questa fascia di popolazione è già seguita, come ospedali, case di cura ed RSA allo scopo di poter raggiungere più facilmente la popolazione ultra ottantenne e ad alta fragilità, ma anche ai medici di medicina generale: in regione adottavamo una logica di rete già prima della pandemia, ma l’emergenza ha confermato che i medici di famiglia e gli specialisti sono fondamentali per ottimizzare la campagna d’immunizzazione. Una gestione integrata tra ospedali e territorio dà migliori risultati sul piano organizzativo e clinico.”
La vaccinazione antinfluenzale può anche essere programmata nella stessa seduta della dose booster COVID o di altre vaccinazioni raccomandate e offerte gratuitamente agli ultrasessantacinquenni, come quella contro l’herpes zoster o lo pneumococco.