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ARRIVA A SASSARI IL DAT, CHE PERMETTERÀ ALLE PERSONE DI SCEGLIERE LE PROPRIE SORTI FUTURE IN CAMPO MEDICO
La giunta comunale di Sassari ha approvato nei giorni scorsi una delibera con cui si attiva, in maniera immediata, il registro che accoglie le DAT (Dichiarazione Anticipata di Trattamento). Le DAT sono il testamento biologico, le volontà espresse, in consenso o rifiuto, in materia di trattamento sanitario, per trattamenti sanitari, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari.
Sassari è tra i primi comuni italiani ad istituire il registro per il biotestamento. Per chiunque sia residente a Sassari e voglia usufruirne può rivolgersi all’Ufficio dello stato civile del Comune, nel Punto Città di Corso Angioy. Gli scritti possono essere per atto pubblico o per scrittura privata, a mano (purché comprensibili) o al pc, e sono revocabili, rinnovabili o modificabili.
Se si vuole, si può indicare una persona di fiducia, anch’essa maggiorenne, che faccia le veci e rappresenti il malato nelle relazioni con medici e strutture sanitarie in caso di incapacità mentale o dialettica. La persona indicata può accettare la nomina o rifiutarla attraverso la compilazione di una dichiarazione scritta.
“È un servizio che il Comune di Sassari è lieto di offrire nel rispetto della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”
Amalia Cherchi, assessore alle Politiche per i servizi al cittadino
Non è mai facile quando sul letto vediamo una persona a noi cara, in una condizione in cui non si capisce se stia soffrendo, cosa vorrebbe fare, se vuole continuare a rimanere aggrappata alla vita, o se vorrebbe porre fine a quella condizione. E molte volte ci siamo trovati a pensarlo anche noi: “E se mi trovassi io in queste condizioni?”.
“Un passo avanti nella salvaguardia dei diritti umani e nella tutela della dignità e dell’identità della persona”.
Cosa è una Dichiarazione anticipata di Trattamento (DAT)?
Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore la legge che permette di decidere in anticipo cosa fare nel caso ci trovassimo in una condizione fisica in cui non vogliamo continuare a vivere: sono state rese vincolanti le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), il cosiddetto Testamento Biologico. Una legge che finalmente avvicina in parte l’Italia a molti dei paesi europei e non. Basti pensare ai film americani dove si sente sempre la formuletta “È un DNR“, DO NOT RESUSCITATE, da non rianimare.
Sappiamo che la legge non è perfetta, ma per anni abbiamo assistito alla sofferenza e all’agonia di personaggi come Luca Coscioni, Gianni Nuvoli, Piergiorgio Welby e Dj Fabo. Finalmente si è acquisito un enorme consenso parlamentare grazie all’adozione di norme che hanno dato voce al diritto di poter scegliere quando porre fine a una vita ritenuta non più degna d’esser vissuta, di rifiutare terapie, anche se salvavita, e qualunque accanimento terapeutico. Perché a volte proprio di accanimento si tratta.
Sottoscrivere, modificare, cancellare…
La legge ribadisce inoltre che «nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati». Ogni persona ha il diritto di conoscere la propria condizione, e sapere quali possono essere le conseguenze di un possibile rifiuto delle cure. Inoltre, ognuno ha il diritto di revocare il consenso prestato, anche quando la revoca comporta l’interruzione del trattamente. Si può insomma dare il proprio consenso, ma poi cambiare idea. Bisogna specificare in maniera chiara quali sono le nostre richieste, ad esempio: «Non voglio essere rianimato, intubato, voglio antidolorifici, oppiacei, rianimazione meccanica. Voglio o non voglio che siano iniziati trattamenti anche se il loro risultato fosse uno stato di demenza, uno stato di incoscienza senza possibilità di recupero.». Oppure restare sul vago, semplicemente dichiarando di non voler essere rianimati.
Si può anche scegliere una persona di fiducia che prenda le decisioni al posto nostro, e che parli col medico, quando non si sarà più in grado di esprimersi. Anche questo è una decisione che può essere revocata in qualunque momento. La persona designata, se non se la sente, può sempre rinunciare alla “carica” con un documento scritto. Se non si sceglie nessuno, oppure la persona decede prima dell’interessato, le direttive seguite saranno comunque quelle indicate della DAT. Tutti possono essere persone di fiducia, purché siano maggiorenni.
Il medico è obbligato a rispettare la volontà del malato. È però concesso ai medici obiettori di coscienza di rifiutarsi di fare ciò che il malato richiede. La strutta ospedaliera provvederà in quel momento a cambiare medico, e trovarne uno che possa esaudire i desideri del malato.
I minori?
Specifichiamo inoltre che i minorenni sono esclusi da tutto questo. C’è però un punto dell’articolo che dice che «in relazione alla sua età e al suo grado di maturità, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del medesimo, nel pieno rispetto della sua dignità». Bisogna quindi tenere conto comunque della volontà del minore.