Playoff Serie C – Niente impresa e tanta rabbia: Torres eliminata dai playoff

Borutta, all’Abbazia di S. Pietro di Sorres la rievocazione di un’antica battaglia
A spasso nel tempo, poco dopo l’abitato del paese di BORUTTA.
Il piccolo e delizioso centro del MEJLOGU si adagia ai piedi di una grande vallata e non lontano dalla preziosa GROTTA DI ULARI, che è una preziosa testimonianza neolitica – in questo antro dell’antica CIVILTA’ di OZIERI sono stati trovati numerosi reperti in selce ed ossidiana – ora resa dimora da una spettacolare colonia di pipistrelli di rara specie.
Sarebbe sufficiente solo questo teatro di natura ed archeologia della nostra regione, per un piacevole week-end estivo fuori porta.
A breve distanza dall’abitato è possibile esplorare il maestoso NURAGHE DI S.ANTINE e l’ antica necropoli di S.ANDREA PRIU.
Sarebbe sufficiente solo questo teatro di natura ed archeologia della nostra regione, per un piacevole week-end estivo fuori porta.
Ma Borutta è il paese della suggestiva S.PIETRO DI SORRES, a suo tempo cattedrale romanica dell’omonimo GIUDICATO; ed ora è sede di un monastero benedettino, famoso per il LABORATORIO DI RESTAURO di antichi tomi ed i preparati di erboristeria dei monaci.
L’imponente edificio di stile romanico è stato dichiarato MONUMENTO NAZIONALE nel 1894, e reso oggetto di alcuni importanti restauri nella prima metà del Novecento.
Ma l’imperiosa rinascita e la restituzione di questa splendida chiesa all’antico splendore avviene nell’ ANNO SANTO del 1950.
Ritornano i BENEDETTINI – oltre centotrenta comunità nel Medioevo – che l’insofferenza aragonese avevano allontanato da questa valle incantevole ed incontaminata.
L’ “ORA ET LABORA” dell’antica regola risuona nell’antico borgo di SORRES grazie all’illuminata intuizione di DONNA NINETTA BARTOLI, primo cittadino di Borutta e primo sindaco femminile del dopoguerra italiano; ed accanto a lei in questo emozionante ritorno al passato la nobile cura dell’Arcivescovo sassarese MONS. MAZZOTTI.
L’edificio romanico di scuola pisana domina ancora la vallata a 570 metri, come quando era la Cattedrale della Diocesi.
In cinque anni – e fino al 1955 – si ricostruisce l’episcopio, una comunità benedettina raggiunge questo posto di pace e respiro, nasce nel 2011 il MUSEO DELLA CATTEDRALE con reperti di varie età e monete rare. In questa oasi ritornano la preghiera cristiana ed il fascino dei secoli bui.
LA BASTIDA: RIEVOCAZIONE DI UNA BATTAGLIA
I figuranti raccontano la battaglia del 1334 tra ARAGONESI e DORIA. Il sagrato dell’Abbazia si S. Pietro di Sorres si spalanca ad un panorama sospeso nel tempo e nello spazio, che confonde e smarrisce. L’unica testimonianza dei tempi moderni è il chiosco locale della COOPERATIVA SARDEGNA 2000, che garantisce con cortesia l’assistenza turistica ed un punto di ristoro.
E’ il set ideale per questo evento scintillante di armi e costumi, cavalieri e dame, spade e fortezze del XIV SECOLO.
La BASTIDA era un rudimentale fortilizio costruito con il legno, che era appartenuto ai dominatori genovesi prima della sortita catalana del 1333.
Ma l’importanza strategica di quella postazione ai piedi della grande chiesa alimentava gli appetiti dei duellanti.
Nella battaglia dell’agosto 1334 le milizie aragonesi del REGNO DI SARDEGNA E CORSICA – aiutate dalle truppe del GIUDICATO DI ARBOREA – fanno battere in ritirata le guarnigioni assedianti dei DORIA, chiamate ad una riconquista del terreno precedentemente abbandonato.
Oggi questa disfida medioevale rinasce annualmente con un bellissimo evento, che ricostruisce in oltre trenta minuti le fasi tattiche della battaglia.
I figuranti giungono da molte parti della Sardegna, e fanno parte di GRUPPI DI RIEVOCAZIONE STORICA di grande abilità scenica ed impeccabile gamma di costumi ed arredi di teatrale sfarzo.
A Borutta si esibiscono i cagliaritani de LA SALA D’ARMI “QUATTRO PORTE” ed i cavalieri de L’ANTICA LOCANDA, gli iglesienti SAGITTARI VAGANTES ed un’altra delegazione di figuranti del capoluogo: i MEMORIAE MILITES.
Il momento della VESTIZIONE DEL CAVALIERE è coinvolgente.
La processione parte dal piazzale antistante la bellissima chiesa, e l’ingresso e scortato da canti sacri gregoriani.
Davanti all’altare il figurante attende ritto la consegna delle singole parti della propria armatura, prima del giuramento e del solenne TE DEUM di ringraziamento, che precede l’uscita del corteo.
Sul sagrato sono schierati tanti armigeri ed i bellissimi scudi policromi, che effigiano i sistemi di protezione dei soldati medioevali.
L’assalto alla fortezza fa rinascere gli anni dello splendore della terra.
MANIFESTAZIONI E MOMENTI DELLA FESTA
Secoli di carestie e miseria, ruderi malinconicamente abbandonati ed inutili guerre avevano spento questo colle di pace e spirituale abbandono.
Ora il territorio sta guadagnando rapidamente appeal per la sua bellezza e la natura quieta, le case caratteristiche del piccolo e grazioso paese di oltre trecento abitanti – uno dei più piccoli dell’isola – e le sue chiese antiche e quasi nascoste meritano una visita non distratta da autentico amatore.
Andate a vedere a Borutta il duecentesco ORATORIO DI S.CROCE, originariamente RETTORIA dell’antico paese e dedicata a S.MARIA MADDALENA. Ha una abside romanica pregevole ed un antico ed istoriato arco di stile gotico-catalano.
Nelle giornate della Bastida i monaci spalancano angoli segreti del monastero, ed è possibile godersi il giardino-orto e visitare il Museo, accompagnati dalla colta assistenza dei professionisti della Associazione Culturale ANDALA NOA, che recentemente avevano organizzato una romantica e raffinata cena medioevale molto apprezzata dagli avventori.
Gli amanti dei mercatini nel week-end del 18, 19 e 20 agosto hanno l’imbarazzo della scelta, con l’eccellenza dei vari prodotti del Mejlogu in allegra esposizione durante le varie manifestazioni.
Il programma prevede altri momenti ricreativi davvero interessanti, che rendono l’evento una parentesi originale alle estive escursioni tra le cale.
Arriva da BELLUNO un maestro falconiere di prima grandezza come ALESSANDRO VICINI, che strabilia il pubblico con i virtuosismi del suo addestrare e le docili risposte del suo obbediente rapace.
Canti e danze medioevali eseguiti da belle fanciulle in abiti da GIULIETTA di SHAKESPEARE fanno rivivere suoni e colori, abitudini quotidiane ed impetuosi accadimenti di un’epoca che l’Italia riscopre con prepotente entusiasmo, dopo il boom di UMBERTO ECO e del suo best- seller internazionale ”IL NOME DELLA ROSA”.
Un recente disegno di legge nazionale vorrebbe cancellare i borghi di popolazione inferiore ai mille abitanti.
Questo incanto dell’antica SORRES ci fa capire che il tesoro dell’identità ed il seme della storia e cultura sarda sono un forziere da custodire ad ogni costo, per raccontare l’anima autentica della Sardegna più vera.