Foto di Massimo Locci
Morta a 100 anni la popolare tzia Gavina, un’istituzione a Lollove e star di YouTube: “Il mondo? Lo vedo da casa mia”
Come possiamo raccontare Lollove, luogo storico e di grande fascino, senza rispettare le sue tradizioni? E la quiete, che si srotola per i vicoli lasciando addosso a chi li attraversa un grande senso di benessere. Cercare di ascoltarlo allora, attraverso lo sguardo profondo e saggio di chi vi abita, lo sente, lo ricorda, lo vive. E Zia Gavina, scompara ieri a 100 anni, è stata stata una delle ultime testimoni anziane di una storia ricca di racconti e aneddoti, «in un angolo di paradiso che è un amore: “Love”», come lei stessa racconta. «Qui respiro bene, c’è acqua buona e aria buona. Mi sposto con mio nipote a Nuoro solo quando devo prendere la pensione, ma ogni volta non vedo l’ora di tornare a casa e respirare ossigeno». La “capanna”, così la chiamava, era la sua piccola dimora, dove la cucina, suo regno incontrastato, comoda e accogliente, e il buonissimo aroma del caffè appena fatto, facevano sentire subito a casa gli avventori.
Arguta e lucidissima fino all’ultimo, ha scandito il suo tempo lollovese tra visite, notiziari in tv, programmi di inchiesta, giornali, e naturalmente sbrigando le sue attività quotidiane. La sera, seduta nella sua comoda poltrona in vimini si trasforma nel guru che impartisce lezioni di vita ai suoi “discepoli”, ovvero chiunque abbia desiderio di ascoltare le sue storie.
Dolcissima, ospitale e gentile, con una particolare “luccicanza” nello sguardo, “Zia Gavinedda” (così la chiamavno affettuosamente tutti in paese) circondata e sempre stata ben sorvegliata dall’affetto dei vicini e dei parenti, lasciava che le sue parole inondassero i suoi ospiti come un fiume in piena raccontando di santi, sogni e visioni, sempre in bilico tra la vita e l’aldilà, la fantasia, la profezia, la finzione e la realtà. Storie che pungolano l’immaginazione, offrono spunti interessanti per conoscere l’anima di questo luogo affascinante, intriso di tradizione, pace, ritmi senza fretta, vita. E silenzi, che trascendono il tempo, linfa vitale di un precario, straordinario e così raro, ancora intatto, equilibrio naturale.
Ciao, Tzia Gavina.
