Due anni. Un’eternità per i sassaresi. Quasi insopportabile. Ma la festa dei Candelieri è tornata, più bella e affascinante di prima. Ieri erano infatti oltre 100 mila ad assistere alla sfilata di gremi, interrotta dalla ben nota pandemia. Corso Vittorio Emanuele, Porta Sant’Antonio, Corso Vico e Santa Maria sono state invase da una fiumana di gente festante.

Sarà ricordata come “la Faradda della rinascita” quella che si è svolta ieri, in una Sassari ancora più partecipe ed emozionata del solito. La rinascita è quella di una città che, dopo l’interruzione forzata dovuta alla pandemia, si è riappropriata della sua festa più emblematica.
La Discesa dei Candelieri è, da sempre, la ricorrenza più sentita dai sassaresi ma lo stuolo di persone che ieri ha invaso le vie cittadine è stato straordinario e la partecipazione è andata ben oltre ogni più rosea previsione.
Ha aperto la sfilata il gremio dei Braccianti. L’ultimo, come da tradizione quello dei Massai, il più antico ma anche il primo ad entrare nella chiesa di Santa Maria di Betlem, dove si è sciolto il voto. Quest’anno la cerimonia si è dilungata sino alle 2 del mattino. Infatti i gremi sono arrivati in ritardo, persi tra balli prolungati e mai come questa volta apprezzati. A Santa Maria quindi tanta soddisfazione, ma anche notevole stanchezza, specie tra i portatori, messi a dura prova da una calura insopportabile. A seguire tutta la sfilata il sindaco Nanni Campus e la Giunta. Naturalmente anche tante altre autorità, soprattutto religiose, guidate dall’arcivescovo di Sassari Mons. Gian Franco Saba.
Sacro e profano che come di consueto si incontrano e trovano la loro armonia.

Una moltitudine, tra sassaresi, curiosi e turisti, ha fatto da sfondo ai Candelieri accompagnati dall’immancabile rullio dei tamburi, che danno il ritmo ai portatori. I tredici ceri votivi lignei hanno attraversato Corso Vittorio Emanuele, con il loro incedere maestoso, per giungere nella chiesa di Santa Maria di Betlem, dove si è svolta la cerimonia per lo scioglimento del voto alla Vergine.
Perché, va ricordato, la Faradda è sì una festa di popolo ma, ancor prima, è un evento religioso che affonda le proprie radici in epoca medievale e che si ripete, da secoli, come ringraziamento alla Madonna per avere salvato la città di Sassari e i suoi abitanti dalla peste.
Devozione religiosa, tradizione, cultura, musica, danze e partecipazione popolare: nessuno di questi ingredienti è mancato ieri per una Discesa dei Candelieri che sarà ricordata a lungo e, si spera, possa segnare un nuovo inizio.
I portatori dei grandi ceri non si sono risparmiati ed hanno ballato sino allo sfinimento per tutto il percorso, incitati dai sassaresi, ma anche da numerosi turisti, coinvolti a pieno titolo in questa secolare festa popolare.