Serie D – Ilvamaddalena-Paganese 2-0: è salvezza definitiva per i ragazzi di Acciaro

Appuntamento alle ore 18.30 nell’Exme di piazza Mameli, incentrato su il libro edito da Il Maestrale. Con gli autori – Riccardo Devoto e Michele Tatti – dialogheranno il sociologo e direttore del settimanale diocesano “L’Ortobene” don Francesco Mariani e l’onorevole Pietro Pittalis, avvocato, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati
Ulteriori stimoli arriveranno dalle letture di alcuni passi del libro affidate a Sandra Tatti e da una testimonianza inedita annunciata dagli organizzatori come una “toccante sorpresa”.
Riccardo Devoto – coadiuvato dal giornalista Michele Tatti – racconta le vicende umane e imprenditoriali, sue e della sua famiglia: protagonista della vita economica e civile di Nuoro per oltre un secolo, e purtroppo anche della fase più cruenta della lunga storia dei sequestri di persona a scopo di estorsione. Nel 2005 la società è costretta a modificare la propria ragione sociale per via della estenuante crisi seguita al rapimento dello zio di Riccardo, Gigino Devoto, nel 1985 prigioniero dei banditi per 203 giorni. Dopo una liberazione ‘costata’ 800 milioni di lire, l’impresa di famiglia deve abbandonare le storiche attività di torrefazione del caffè e rinascere come azienda immobiliare.
Ma il dramma dei rapimenti inizia prima per i Devoto. Nel 1975 proprio Riccardo, allora quindicenne, sfugge a un primo tentativo di sequestro; un episodio che segna la sua vita già resa difficile fin da piccolo dal terrore dei rapitori, che imprigionava i Devoto, reclusi in casa, con i bambini interdetti dal giocare all’aperto con i loro coetanei. Prigioniero del mio nome ricostruisce tragedie umane personali, familiari e aziendali, moltiplicate spesso dalle incertezze degli apparati statali e accompagnate da crisi alimentate dalle banche. La ricostruzione diviene anche riflessione delle ripercussioni economico-sociali sulla vita nella provincia di Nuoro, menomata da una costante fuga degli imprenditori.