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L’orientamento scolastico, dopo la riforma legata al PNRR, dà segni di vita. Ma c’è ancora molto da fare. A rivelarlo sono due Osservatori realizzati da Gi EDU assieme a Skuola.net e Fondazione ANP (Associazione Nazionale Presidi). Purtroppo, 1 maturando su 2 ancora ritiene poco utili le attività svolte e solo il 3% dei Dirigenti scolastici ritiene che i propri docenti siano in grado di supportare efficacemente gli studenti in questa fase
Al termine dell’esame di maturità, l’euforia per la fine di un ciclo scolastico lascia spesso spazio a un senso di smarrimento: secondo recenti dati, solo 3 studenti su 10 hanno le idee chiare su cosa fare il giorno dopo. Università, lavoro, viaggi, esperienze all’estero… le opzioni sono tante, ma la chiarezza poca.
Orientamento post-diploma: una bussola ancora da calibrare
Nonostante negli ultimi anni ci siano stati progressi nei programmi di orientamento scolastico, molti neodiplomati continuano a sentirsi impreparati ad affrontare le scelte future. Le scuole propongono incontri, test e consulenze, ma troppo spesso tutto viene vissuto come un “accessorio” da rimandare fino a dopo gli esami.
- Solo il 30% degli studenti sa già quale strada intraprendere.
- Il 40% afferma di sentirsi incerto e confuso.
- Il 30% ammette di non aver partecipato a nessuna attività di orientamento.
Segnali di miglioramento: qualcosa sta cambiando
Il trend, però, non è del tutto negativo. In molte realtà scolastiche stanno nascendo progetti di tutoraggio e mentorship che affiancano gli studenti nell’ultimo anno. Crescono anche le collaborazioni con aziende e università per offrire esperienze concrete come stage, open day e laboratori pratici.
- Sempre più scuole adottano strumenti digitali per orientare gli studenti.
- I social network diventano canali per scoprire percorsi formativi e testimonianze.
- Alcuni comuni offrono servizi gratuiti di coaching per giovani indecisi.
Tra sogni, paure e scelte: il futuro si costruisce insieme
La maturità non è solo un esame: è un bivio. L’incertezza è comprensibile, ma anche fertile. Avere tempo per pensare, sbagliare e ricominciare può essere parte del processo. L’importante è che famiglie, scuole e istituzioni continuino a lavorare insieme per rendere il passaggio meno nebuloso e più consapevole.