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Tonio Trudu, il tamburino del calcio sardo
Non è un’esagerazione: oggi Tonio Trudu avrebbe giocato in serie A. In questo calcio orizzontale , tutto tiki taka e passaggi laterali, è difficile trovare anche nella massima divisione uno come lui: rapido, tecnico e soprattutto in grado di saltare l’avversario in velocità. Creando (termine abusato) la famosa superiorità numerica
Tonio Trudu era tutto questo: un laterale puro, un folletto che faceva impazzire i corazzieri di quei tempi, che menavano come fabbri e sul terreno di gioco ad inizio gara tracciavano, anche metaforicamente, una linea invalicabile. Tonio Trudu non se ne curava, come un vero tamburino sardo. Brevilineo, scatto bruciante, tecnica invidiabile, sapeva servire i compagni con cross deliziosi. Nato a Nuragus 63 anni fa cominciò a giocare nel Las Plassas, un comune di 200 abitanti del Medio Campidano.
A fine anni 70 il trasferimento all’Isili. Una storia tra le più belle del calcio sardo, addirittura in serie D, dopo lo spareggio vincente di Promozione del 1979 contro il Fertilia di William Manca. Sconfitto 1-0 a Nuoro: rete del centravanti Roberto Lai, altissimo e insuperabile nei colpi di testa. Naturalmente apparecchiato da Tonio Trudu. Quelli di Isili furono fantastiche annate. Poi per il laterale il passaggio alla Torres e la lunga avventura nei professionisti negli anni 80 e 90, con ulteriori passaggi alla Ternana (C1), Savona e Tempio.
In Gallura per 4 stagioni e nelle altre piazze sempre con ottimi risultati e grandi elogi della critica. A Sassari in serie C2 divenne presto uno dei beniamini del pubblico. Ebbe come compagni gente come Palmisano ( “grande giocatore a cui non si è dato il giusto risalto”), Demarcus e Coghene. E innescava alla grande il poderoso tandem d’attacco Canessa – Gasbarra. “Tempi meravigliosi di un calcio diverso – esordisce Tonio Trudu -. Gli stadi erano sempre pieni e c’era un’atmosfera elettrica. Ad Isili eravamo una famiglia, ma ci facevano rispettare. Per quel piccolo paese a quei tempi la squadra era tutto e ripensandoci adesso è stata una cavalcata quasi irripetibile”.
Purtroppo rovinata il 10 maggio 1981, quando perse la vita la moglie del mitico presidente dell’Isili Giovanni Dessì, che si recava in macchina all’Acquedotto per assistere a Torres – Isili.”Quella partita non si doveva giocare. Perdemmo con la morte nel cuore”. Proprio con la Torres, un anno dopo, la prima avventura da professionista.
“A Sassari mi hanno voluto subito bene – spiega Trudu –. Ricordo con nostalgia i ritiri estivi a Villanova Monteleone, gli scherzi con i compagni e l’allegria di quei tempi. In campo poi erano dolori per le altre formazioni “. Da Sassari il salto successivo a Terni in C1 e le tappe già descritte. “Anche con la Ternana e le altre squadre ho giocato assieme ad ottimi calciatori e ho avuto come avversari personaggi ora famosi, come Moreno Spalletti, l’attuale allenatore del Napoli, che a quei tempi giocava da centrocampista ad Empoli. Ma anche la chiusura a Tempio è stata dolcissima. E a Tempio tuttora vivo”.
Per Tonio Trudu un cruccio nel calcio odierno, già più volte sottolineato da importanti calciatori della sua generazione.
“Si da poca importanza alla tecnica, sin dalle scuole calcio – dice –. Benedetti insegnanti di calcio, lasciate giocare liberamente i bambini, non addormentate il loro talento con la tattica esasperata. Inoltre – conclude – nelle squadre professionistiche si dà poco spazio ai giovani italiani. Nonostante i problemi descritti ce ne sono di interessanti. È chiaro quindi che anche la Nazionale ne risenta”.
Tonio Trudu oggi si allena sempre e si tiene in buona forma. Sino a poco tempo fa giocava nei tornei over amatoriali. Nessuno voleva trovarselo davanti. Giusto per evitare brutte figure.