La leggenda dietro l’epiteto “tataresu impicca babbu”
Un episodio diventato leggenda, che racconta dell’amore di un padre che decise di sacrificare la vita per salvare quella del suo unico figlio
“Tataresu impicca babbu“, tradotto in italiano come “sassarese impicca padre” affonderebbe le proprie origini in una storia, misto tra leggenda e realtĆ ,Ā che racconta di un tragico episodio avvenuto a Sassari ai tempi della Santa Inquisizione, quando la cittĆ era dominata dall’ombra del patibolo e delle condanne a morte.
In quegli anni, il boia, noto come “Su Buginu“, colui che si occupava di giustiziare i condannati a morte, era una figura avvolta nel mistero. Nessuno conosceva il suo volto ne la sua identitĆ , che rimaneva nascosta dietro il mantello che indossava ogni giorno durante l’esercizio del proprio mestiere. Costui pare abitasse in un’area del centro storico di Sassari, oggi conosciuta come Largo Quadrato Frasso, ma che allora era soprannominata “Patiu di lu diauru” ā il Cortile del Diavolo.
Un giorno, il boia ricevette un incarico che avrebbe segnato per sempre il suo destino. Gli fu consegnato un condannato a morte, legato e imbavagliato, da condurre al patibolo. Come da prassi, il boia doveva incappucciare il prigioniero e accompagnarlo alla Piazza del Duomo per lāesecuzione, ma, nel momento in cui stava per compiere il suo dovere, si accorse con orrore che il condannato non era altri che il suo unico figlio, scomparso diverso tempo prima da casa.
Sconvolto dalla scoperta, per amore del giovane, il boia prese una decisione estrema. Dato che nessuno conosceva la sua identitĆ propose al figlio uno scambio di ruoli:Ā avrebbe preso il suo posto sul patibolo, sacrificando la propria vita per salvarlo. Il figlio, triste e pentito per i suoi errori, accettĆ² lāofferta, e cosƬ i due si scambiarono le vesti e il cappuccio. Quel giorno, non fu il padre a uccidere il figlio, ma il figlio a porre fine alla vita del padre.
La storia divenne presto leggenda, e il gesto del boia sassarese, che racconta del sacrificio d’amore di un padre verso il figlio, finƬ per essere una rappresentazione dell’egoismo del figlio verso il proprio genitore. Il detto infatti, si diffuse inizialmente evocando la generositĆ di un padre disposto a morire per il proprio figlio, ma col tempo acquisƬ un significato piĆ¹ cinico, simboleggiando qualcuno che, per salvarsi, non esiterebbe a tradire perfino il proprio genitore.
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