In uscita il nuovo album di Vanessa Bissiri “Empatica”
Arriverà il 20 gennaio l’album dell’artista sarda Vanessa Bissiri, otto canzoni nate dalla voglia di condividere un “universo fatto di sensi”
EMPATICA, della sarda Vanessa Bissiri, racconta del ricordo che rimane nella nostra memoria come sensazione, è pelle, è visione, è riconoscere a occhi chiusi. E’ quasi un manifesto, una dichiarazione, un monito, perché la sensorialità sia la guida, per restituire uno spazio al pensare del corpo, per guardare con la pelle.
Queste 8 canzoni originali e intatte arrivano con una grande voglia di condividere un universo fatto di sensi. Le parole e un’immagine per ogni brano, trasportano il suono, e i dettagli che abitano l’universo canzone si definiscono nel momento in cui li osservi da vicino. Si fondono atmosfere elettroniche con ritmi e suoni del mondo, che ci restituiscono un pugno di canzoni nostalgiche, visionarie, ridenti.
EMPATICA è un invito a trasformarsi in poesia e utilizza linguaggi diversi; le parole, l’immagine, la musica per creare lo spazio che abita e per poterlo condividere. Più che un disco vogliamo offrirti un’esperienza in cui l’intera storia non può essere raccontata con una solo alfabeto, affinché tu possa immaginare, ascoltare, toccare e trasportarti.
Accanto a quello musicale il processo creativo fotografico è parte della natura di EMPATICA con l’idea di creare una musica illustrata dove le immagini restituiscono l’atmosfera di ogni brano. Un album da ascoltare a occhi chiusi sentendo la brezza.
Chi è Vanessa Bissiri
Vanessa trascorre diversi anni in Italia lavorando con diverse compagnie tra le quali il teatro Valdoca, Kataklisma teatro e Onda d’urto, andando in scena in diversi spazi tra i quali l’Arena del Sole di Bologna; Il Teatro Out – Off di Milano, il Teatro del Parco di Parma.
Si dedica allo studio della voce tra il moderno, il classico e la musica popolare. Ha la fortuna d’incontrare grandi maestre come Emanuela Garroni nella “Scuola popolare di musica il Testaccio” a Roma, Germana Giannini e il “Teatro della voce” a Bologna; Gianni Mastino la accompagna nel canto lirico a Sassari.
Vive in diverse città d’Europa dove si sposta per lo studio della danza. Si appassiona al contemporaneo e soprattutto all’improvvisazione-composizione seguendo maestre e maestri come Julyen Hamilton, Mal Pelo y Kirstie Simpson.
Sceglie Barcellona dove trascorre 15 anni; ritorna alla voce con Celeste Alias e Diana Palau en el Taller de Music e si diploma con Kena Toledo nell’AULA di Música Moderna e Jazz nel “Conservatori del Liceu”.
Tra le varie formazioni musicali dedica molti anni al progetto di fusione Dinatatak, uno spazio creativo importante nel suo percorso, dove sperimenta la composizione collettiva per vestire testi e melodie in un formato teatro-concerto. Con il gruppo ha l’opportunità di partecipare in diversi festival e rassegne, tra altri: Cose di Amilcare e Premio Tenco 2017, Teatro Ariston di Sanremo; Sala Bikini aprendo Ojos de Brujo in Sala Bikini a Barcellona; Festival Esperanza, aprendo Amparo Sanchez a Barcellona; Festival Trimpanu e Festival Abbabula a Sassari.
Con Dinatatak registra il disco autoprodotto “Dinatatak” e “Nombres Propios” che si pubblica con la discografica catalana Temps Record nel 2016.
Ora manca poco perché ascoltiate il suo debutto: EMPATICA (Segell Microscopi 2023)
I brani
-C’è sempre il mare Ritrae l’immagine che ho molto nitida nella memoria di quella linea che separa il cielo dal mare; da piccola mi sedevo sullo scoglio più alto della spiaggia dove andavo sempre e mi concentravo solo su quella linea, credendo per un po’ che il cielo e l’acqua fossero una cosa sola. Vorrei che la calma di quello sguardo mi guidasse nei passi di ogni giorno e lasciasse riposare la mente e il suo controllo.
-Una forma distinta Ognuno ha una maniera di camminare, i passi lasciano segni diversi, ogni pelle percepisce a suo modo. Questa canzone ci invita a celebrare le nostre differenze e a non voler rientrare per forza in una definizione, anche se è difficile rimanere in “un posto senza nome”.
-Se perfuma y toma Qui canto quell’esperienza sensoriale che ci porta a conoscere l’universo di chi abbiamo accanto, se ci fermiamo ad ascoltare e guardare con la pelle possiamo scoprire se siamo nel posto giusto. In questo brano ricordo anche a me stessa che il modo di essere di ogni anima è come una festa e un invito a scoprirlo.
-L’amore son stagioni I fiori e i loro profumi trasportano e accendono immagini che sono conservate in spazi nascosti. I fiori in questa canzone celebrano un linguaggio sensoriale, le parole a volte possono essere spezzate o confuse; i sensi ci connettono con la verità del momento. I fiori per me sono festa, rito, preghiera; sono i testimoni delle stagioni, e le stagioni sono i cicli dell’amore.
– Visione È il ricordo presente nella memoria di chi non è più qui con il corpo. Con il dito puoi tracciare il profilo sopra una foto, quasi sentendo la pelle del viso. “Le stagioni si sono smarrite e io mi siedo e prego con te”. La canzone racconta le visioni che arrivano guardando una vecchia foto e il ricordo delle sensazioni che emanava la vicinanza di quell’essere.
– Mudo amor È una piccola ode alle parole che non bastano. Le parole mancanti sono un’occasione per comprendere a un altro livello: attraverso i nostri sensi. A volte non avere parole ci fa sentire in un posto che non riconosciamo, dove c’è una luce diversa, ci turba e ci sentiamo creature senza voce, come i pesci.
– Ossessione gentile Con questa canzone penso a quella parte carnale dei sentimenti in cui odio e amore sono sulla stessa linea e possono mutare rapidamente l’uno nell’altro. Cerco di ritrarre quelle piccole cose che ci ossessionano quotidianamente: i rumori che si ripetono, le parole che atterrano in luoghi sensibili, presenze che a volte ci irritano, e altre dalle quali, a volte, dipendiamo. Fino a quando quella frenesia non si placa e torniamo a sentire il corpo e la pelle, accettandoci come esseri ciclici.
– Up through the air Mi piacciono molto queste due parole: su e attraverso, mi danno la sensazione di elevazione e profondità, una sensazione di aria, spazio e leggerezza. “Troverò un modo per camminare in quella materia morbida, Imparerò ad attraversare le nuvole e forse il mio ben dire o mal dire Dipenderà dal prisma attraverso il quale osservo la vita. Ti lascio il mio cuore nell’aria e ti aspetto quando arriva l’estate”. Quello che canta la canzone sono io che inciampo nella lingua e nel suo suono. Mi piace essere straniera, mi rende leggera.