Sassari – Scarlatti Project alla V edizione del Festival Note Senza Tempo


Campione d’Europa dei pesi welter, vincitore di ben 71 incontri è scomparso nel dicembre 2008 dopo una lunga carriera prima sul ring e poi in veste di maestro
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Fortunato Manca in vita sua non ebbe mai paura di nessuno ed in pochi egualiarono il suo coraggio.
Nacque a Monserrato nella torrida estate del 1934. Da bambino conobbe la durezza della guerra e l’umiliazione della fame, ma quelle privazioni divennero la sua forza, non avendo potuto neanche studiare. Un amico più grande si accorse della sua grinta di combattente e appena adolescente lo persuase ad andare nella palestra cagliaritana di Via Barone Rossi, ai tempi fucina inesauribile di talenti della boxe.
L’allenatore Lello Scano, uno dei miti del pugilato sardo, si accorse immediatamente di avere tra le mani un giovane con le stigmate del campione e lo andò a raccontare al grande manager Antonino Picciau, monserratino come Manca, che rimase stupito dalle impressioni del suo amico, in genere prudente e misurato nei giudizi, specie sui neofiti. Antonino Picciau sapeva però che nel riconoscere i pugili veri il maestro Lello Scanu aveva un fiuto di un segugio.
I due quindi speravano solo che il ragazzo si allenasse con continuità. Cosa che Fortunato fece per tanti anni, diventando uno dei più grandi pugili sardi di sempre. A Cagliari solamente Gigi Riva lo superò in popolarità, e già questo ne sottolineò il valore di sportivo e di uomo. Manca era una persona buona, mite ed affabile fuori dal ring, nel quadrato invece si trasformava in un toro dal coraggio straordinario, quasi disumano. Furono soprattutto queste doti a trascinare la folla cagliaritana, che lo amò più di ogni altro pugile. Fortunato non era tecnico, neanche bello a vedersi, però non arretrava mai, spinto dal suo cuore generoso. L’avversario veniva stritolato dall’aggressività e dalla durezza dei suoi colpi. Da dilettante Manca non ebbe quasi avversari, eccetto il portotorrese Mario Jacomino, col quale passò momenti difficili. A soli 21 anni passò professionista, debuttando a torso nudo nel 1955. Fu più volte Campione Italiano dei welter, titolo conquistato nel 1962 sconfiggendo nettamente Fernando Proietti, in casa sua a Roma, in un ambiente a dir poco ostile.
Dopo altri vittoriosi incontri finalmente per Fortunato Manca giunse la sfida europea, grazie all’impeccabile regia dell’organizzatore Antonino Picciau. Il 15 Luglio 1962, allo stadio Amsicora di Cagliari, Fortunato Manca affrontò il detentore Duilio Loi, forse il più grande pugile italiano di tutti i tempi. In un’atmosfera elettrica 30.000 tifosi trepidanti assistettero ad un incontro epico, che ebbe anche eccezionale risonanza internazionale. Duilio Loi dovette richiamare più volte la sua immensa classe per arginare la furia del monserratino. I giudici si pronunciarono per un verdetto di parità, che permise a Loi di mantenere il titolo. La delusione a Cagliari fu enorme. Manca tuttavia conquistò il titolo europeo poco dopo, sconfiggendo il francese Pavilla. Negli anni successivi il monserratino, detto “ su Paulesu “, rimase stabilmente tra i migliori welter al mondo e difese la corona europea anche in trasferta, come a Madrid contro Carlo Garcia: un autentico capolavoro in cui Fortunato sbaragliò l’avversario alla terza ripresa.
Solo un arbitraggio abbastanza contraddittorio non gli permise di diventare Campione del Mondo. Accadde nel Dicembre del 1964 a Roma, contro il toscano Sandro Mazzinghi, stavolta nei Medi Junior. Mazzinghi nell’ultimo round, nonostante fosse stremato, fece appello a tutta la sua esperienza per non finire al tappeto dopo i feroci assalti dell’avversario sardo. Solo dopo il match si seppe che nel quarto round Manca si era rotto la mano destra, ma il monserratino non si arrese e sfiorò la vittoria: ennesima dimostrazione del suo temperamento. Dopo quel combattimento si susseguirono altri 7 incontri, tutti durissimi, e con avversari di valore mondiale, come ad esempio quello contro Curtis Cokes, uno dei più grandi pugili statunitensi della storia, evitato da tutti come la peste per la rapidità e potenza dei suoi colpi.
L’ultimo match Fortunato Manca lo disputò il 31 Agosto 1965 a Bangkok in Thailandia, dove si sbarazzò dell’idolo locale Apidej Sithiria. Dopo quel trionfo sul monserratino si abbattè una vera tegola: la sua retina, che già in precedenza gli aveva creato dei problemi, si era distaccata del tutto. Il nostro Campione fu costretto al ritiro, dopo quasi 20 anni di boxe e 81 incontri da professionista, con sole 8 sconfitte e 31 match vinti prima del limite. Dopo l’abbandono Fortunato fece per tanti anni l’istruttore. L’allenatore, anche se bravo e amatissimo dall’ambiente, non superò mai il Manca pugile, quello che faceva impazzire i cagliaritani e non solo. Fortunato in fondo era troppo buono fuori dal ring per sapersi imporre come istruttore a grandi livelli. Il grande pugile ci ha lasciato nel 2008, aveva 74 anni. Tutta la Sardegna sportiva pianse questo eroe del ring.